Dettagli Recensione
221B, Baker Street
Un libro solo, dodici storie da leggere e da vivere. Alcune di esse ci mettono alla prova con veri e propri crimini, altre ci incuriosiscono in quanto riportano fatti particolari che necessitano di essere spiegati da una mente brillante.
Già dalle prime pagine de “ Le avventure di Sherlock Holmes” ho provato una forte ammirazione per il protagonista che, grazie alle sue immense doti di osservazione di ascolto, è in grado di imboccare presto la strada che porta dritto dritto alla verità e, dunque, alla risoluzione dei casi per i quali è stato consultato. Allo stesso tempo, però, mi sono sentita punta sul vivo da una sua accusa: “Lei guarda, non osserva!” che, seppure rivolta al suo fedele amico, ho percepito come diretta a me! Mi sono trovata, così, ben presto a ingaggiare una personalissima sfida contro uno dei più grandi detective della letteratura: ho affrontato ogni pagina con più concentrazione, decisa a trovare e cogliere quel qualcosa che mi permettesse di giungere alla risoluzione del caso proposto … almeno un poco prima che questa mi fosse spiegata da Sherlock Holmes! Proprio grazie a questo, ho iniziato pian piano a percepire la sontuosità di quel personaggio che mi era sempre vicino, che mi veniva a chiamare a casa e che, con un salto spazio-temporale, mi portava nella Londra dell’Ottocento … il Dottor Watson! La penna di Sir Arthur Conan Doyle, infatti, a mio parere, l’ha dotato di un’altra meravigliosa qualità, di cui sono invidiosissima: quella di descrivere perfettamente ogni situazione, ogni luogo, ogni persona … Allora, alla simpatia iniziale si è accostata la stima per colui che non solo è sempre stato portavoce del mio pensiero e del mio stupore, ma che mi ha permesso per ben dodici volte di essere proprio lì, davanti al camino dell’appartamento sito in Baker Street, in compagnia sua e di Sherlock Holmes, in attesa dell’arrivo di un nuovo strampalato personaggio … che ho “realmente” incontrato e ascoltato! Come vi ho accennato all’inizio e come ho tentato di spiegarvi, questa è una di quelle opere dotate , a mio avviso, di quella particolare magia che ci permette di vivere lo scritto!
A questo punto non mi resterebbe altro da aggiungere , se non rendere esplicito il giudizio relativo a questa lettura. Mi sembra, però, di avervi già detto tanto e di avervi dato sufficienti elementi in proposito … Consentitemi, allora, di usare quelle ormai familiari parole per girare a voi il famoso quesito:
“What do you deduce from it?”
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Commenti
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Della tua recensione, ciò che mi alletta di più è il fatto che l'autore ti porta lì, nei luoghi da lui descritti. Questo per me è il dono più grande di uno scrittore.
@LittleDorrit: Hai usato il verbo giusto ... Ogni sera, nonostante la stanchezza della giornata, avevo sempre una gran voglia di leggere almeno qualche paginetta delle Avventure prima di dormire: questo è amore (soprattutto perchè non ho letto in italiano)!
@Raffa: questa è stata la mia prima lettura di Sherlock Holmes... Ho scelto questo titolo perché è stato il mio primo esperimento di lettura in lingua inglese e mi sembrava più semplice provarci leggendo racconti piuttosto che un romanzo intero. Come hai notato è è andato tutto molto bene! Dunque ho deciso di approfondire la mia conoscenza di Sherlock Holmes e Watson seguendo l'ordine giusto delle opere. Ti segnalo, quindi,se vuoi anche tu conoscere questi personaggi, che il primo romanzo è "Uno studio in rosso". Sì, anch'io ritengo importante "esserci" nel racconto... e Doyle, tramite Watson è riuscito perfettamente a fare ciò.
Grazie a tutte!
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