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Felicie
 
Felicie 2014-01-19 20:52:12 silvia t
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
silvia t Opinione inserita da silvia t    19 Gennaio, 2014
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Félicie



Simenon non ha creato solo un formidabile commissario, dotato di intuito e capacità investigative fuori dal comune, ma ha fatto molto di più: ha dato vita ad uomo raccontando storia dopo storia un uomo composto di tante sfumature pronte a formare un quadro complesso ma affascinante.
In questa avventura, un po' fuori dal comune vine analizzata la parte più privata, quella più intima di Maigret; si trova infatti ad aver a che fare con una giovane donna, con una personalità forte e un carattere deciso che gli darà filo da torcere, con i suoi silenzi e il suo essere donna senza essere cresciuta.
Lo stile è sempre lo stesso, asciutto, incalzante con un ritmo che stupisce per la perfezione con cui sottolinea le parti salienti del racconto, ogni descrizione non è casuale, ogni personaggio ha un ruolo, ogni oggetto contribuisce a creare l'atmosfera giusta, ma soprattutto l'uso del lessico, sempre impressionante per ricchezza e ricercatezza, senza tuttavia sconfinare nel lezioso, evidenzia, con la sua musicalità i vari stati d'animo del commissario che si alternano veloci, passando dall'irritabilità che la ragazza suscita, alla dolcezza che non può non generare in chi la incontra.
Felicie è un personaggio complesso, ricco di sfaccettature, che rimarrà nell'immaginario del lettore, ma soprattutto di Maigret che per anni rappresenterà quella linea d'ombra così incomprensibile da risultare più ostica dei criminali incalliti.
La trama è fluida e anche originale, intricata la punto giusto, con colpi di scena che si susseguono e con eventi che hanno come scopo principale quello di confondere le idee, ma tutto è obliato quando compare Felicie, che sembra portare con sé un'energia tale da cancellare ciò che la circonda, con quegli atteggiamenti così costruiti, così puerili.
Anche i personaggi secondari sono ben caratterizzati, ma non a tal punto da rubare la scena a Felicie, al rapporto che si viene a creare tra il commissario e la ragazza; mai volgare, mai oltre il limite, Maigret non sembra mai vederla come una donna, ma al massimo come una bimba troppo grande, la tratta con quella tenerezza che si concede ad una nipote, vuole capirla, vuole che lei si fidi di lui.
Una bellissima analisi psicologica si ha in questo piccolo libro, che trascina, che inebria e che diverte, il tutto sulla scena di un crimine e una lotta per l'eredità.
Consigliato come tutti i Maigret in cui la sapienza della scrittura si mette al servizio del giallo per dimostrare che non esiste una letteratura di genere, esiste solo una buona letteratura.

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