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Prima di leggerlo tirate il fiato ...
Quel che colpisce di Shutter Island, o de "L'isola della paura", se preferite, è il clima di tensione che Dennis Lehane riesce ad infondere dalla prima all'ultima pagina. Il film orchestrato da Scorsese segue molto da vicino gli eventi del libro e riesce a riportare bene e materialmente il clima che Lehane aveva intenzione di instaurare nel subconscio del lettore.
Il libro scuote non le anime, ma i cervelli volubili degli esseri umani che andranno a leggerlo. O meglio, ci riesce gradualmente cercando di farvi sentire l'odore della paura.
La trama in breve: Teddy Daniels, agente federale, viene mandato su un'isola ospitante un manicomio/penitenziario per scoprire dov'è finita una delle pazienti, inspiegabilmente scomparsa nel nulla. L'isola sarà la chiave di volta della sua vita.
Il thriller è uno di quelli che vale la pena leggere, a mio avviso uno dei lavori non seriali migliori degli ultimi 20/30 anni del genere. La trama è intricata, complessa; ci sono vari flashback, delle voci fuori campo abbastanza confuse, ma quando si arriva alla fine ... ecco che compare la verità. Insomma, Shutter Island è un libro enigmatico, complesso, non per cervelli che hanno voglia di distrarsi, ecco. Una lettura che con un po' di coraggio potremmo definire impegnata, nel senso che si propone di far riflettere su alcune tematiche molto delicate come la lobotomia. Forse a volte può apparire un po' pesante, ma per il finale ne vale la pena. Aggiungo che non è un libro fatto per piacere al lettore, ma per farlo immergere nell'oscurità, dunque non aspettatevi un ritmo elevato. Attenzione quando leggete: niente è come sembra.
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