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Fantasmi, superstizioni o delitto?
“Se vedete qualche fantasma, tenetelo in serbo per me.”
Tad Rampole, giovane americano, compagno del celebre criminologo e lessicografo, Gideon Fell,“fece un sorrisetto acido, mentre comprava un romanzo poliziesco e si avviava verso il treno.” Ogni viaggio ha il suo giallo da leggere. Le abitudini dei lettori finiscono nelle stesse opere che preferiscono.
Nella prima indagine di Gideon Fell, IL CANTUCCIO DELLA STREGA, impariamo da subito a conoscerlo grazie alle osservazioni del suo amico Tad Rampole: “gigantesco da colmare con la sua mole l’enorme poltrona di pelle”, “il faccione rosso si era fatto ancora più rosso”, avvezzo alle bevute in compagnia o in solitudine, “insinuava abilmente un boccale di Guinness sotto un paio di enormi baffi”, mentre “il gran ciuffo bianconero danzava al ritmo dei risolini”, “riempiva di tabacco la pipa e sembrava riflettere bonariamente su qualcosa che la pipa gli aveva confidato.”
IL CANTUCCIO DELLA STREGA è stato scritto nel 1932 da JOHN DICKSON CARR.
È ambientato a Chatterham dove “c’è qualcosa di irreale nella straordinaria e sonnolenta bellezza della campagna inglese, fatta d’erba lussureggiante, di sempreverdi, di campanili grigi, di strade bianche e serpeggianti”, di maledizioni, leggende, ed ovviamente di segreti e misteri.
Il dottor Gideon Fell è simpatico, oltre che un abile professionista.
Tad Rampole è giovane, ma non sprovveduto.
Sono una bella coppia investigativa e, oltre a loro, a rendere accattivante questo giallo è il modo in cui viene condotta l’indagine. Consigliato.
“Omnia mea mecum porto” (Tutto ciò che possiedo lo porto con me)
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