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La neve era sporca
 
La neve era sporca 2014-01-09 10:52:10 Cristina72
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4.0
Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
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Cristina72 Opinione inserita da Cristina72    09 Gennaio, 2014
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L'attesa di Frank

L'analisi che Simenon fa di certi suoi personaggi colpisce per la capacità introspettiva profonda e ad alto impatto realistico che lo avvicina ai grandi della letteratura, e nel caso specifico a Dostoevskij in Delitto e Castigo.
Protagonista di questa storia è Frank, diciannovenne cresciuto nella casa di appuntamenti della madre in una città dell'Europa centrale occupata da truppe straniere non meglio identificate.
Quello che spicca è lo squallore dell'insieme: una galleria di personaggi equivoci sullo sfondo di un paesaggio innevato e mai del tutto candido, come l'anima del protagonista, contaminata fin dall'infanzia dal cattivo esempio materno.
La voglia di far fuori qualcuno sorge spontanea in Frank, come quella di bere o di possedere una donna, e trova radici in una vaga smania di autodistruzione.
Non gli importa farsi beccare e sfida la sorte perché dia una scossa alla sua esistenza oziosa e dissoluta, liberandolo da una madre che disprezza e da quel vuoto doloroso e inconfessabile dovuto alla mancanza di un padre.
E' un infelice che non accetta pietà e vive rumorosamente per attirare l'attenzione: non gli dispiacerebbe mettersi alla prova, curioso perfino di scoprire le sue reazioni e il suo grado di sopportazione alla tortura.
I suoi pensieri, i suoi desideri più riposti battono ossessivamente le stesse vie contorte, sfociando in due delitti e in un'azione particolarmente turpe contro una ragazza innamorata di lui.
“In qualche punto il destino era in agguato. Ma dove?”.
Finalmente il destino risponde, sotto sembianze che non aveva previsto, con una frase garbata e perentoria: “La prego di seguirmi”.
Non c'è amore in questo romanzo, ce n'è solo l'assenza e il rimpianto, non sembra esserci neppure riscatto, perché manca un vero e proprio pentimento.
Ci sono un corpo e un'anima ripiegati in se stessi, che si crogiolano in un dolore da cui sembrano ricavare una sorta di piacere: “Occorre, innanzitutto, scavarsi la tana e affondarvisi”.
E' il piacere di resistere al precipitare degli eventi in attesa di qualcosa, ma di cosa?
Una calda, preziosa certezza, che Frank alla fine riceve e si tiene stretta al petto nel timore che si dissolva, un piccolo gesto d'attenzione da parte dell'unica persona che per lui conti e che lo ha sempre ignorato.
Tutto il resto è neve sudicia.

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Commenti

5 risultati - visualizzati 1 - 5
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mi manca questo Simenon!
Che bello questo Simenon !
Come hai reagito al finale ( senza spoilerare ovviamente :-)
Io ricordo di esserci restata di stucco, se usciva Georges vivo e vegeto a darmi due ceffoni era meglio.
In risposta ad un precedente commento
Cristina72
10 Gennaio, 2014
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Il finale in qualche modo me lo aspettavo, piuttosto mi ha deluso quella esplicita dichiarazione d'amore: non sono da Georges simili banalità :-)
Il mio prossimo Simenon! Bella rece
In risposta ad un precedente commento
Cristina72
12 Gennaio, 2014
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Merci Gracy :-) Simenon non Maigret è sempre una garanzia!
5 risultati - visualizzati 1 - 5

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