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Due in uno
Pubblicato nel 1886 questo romanzo può essere definito uno dei più grandi classici della letteratura fantastica. Però, pur se questo è vero, sono dell’opinione che esuli dalla pura invenzione letteraria, ma finisca con il costituire un’analisi profonda della psiche umana. Non si dimentichi inoltre che all’epoca dell’uscita dell’opera Sigmund Freud, pur già laureato, non aveva ancora dato alle stampe il suo primo trattato, L’interpretazione dei sogni, che giustamente lo rese famoso. Studi sul comportamento dell’uomo erano già stati tuttavia avviati dal medico tedesco Franz Mesmer circa un secolo prima.
Ora non è che Stevenson avesse intuito e studi per poter dissertare in proposito, ma è indubbio che la sua analisi dell’animo umano, così ben espressa nel romanzo, costituisca di per sé un elemento rivoluzionario, anche se non ancora (all’epoca) suffragato da prove scientifiche.
In ogni uomo esiste una duplice natura, o se vogliamo anche due aspetti, uno concernente il bene e l’altro il male. Non è un caso se nella Bibbia vi è l’episodio di Caino che sopprime il fratello Abele, due soggetti certamente diversi, ma che essendo consanguinei rivelano queste duplici identità. Del resto la storia è tutta una serie di testimonianze di esseri miti e di altri violenti, nonché di esseri miti che si trasformano in esseri violenti. La guerra è spesso il catalizzatore che porta ogni essere umano a svelarsi, così nel bene come nel male.
Nel caso del romanzo in questione il rispettabile Dr Jekyll si trasforma nel brutale Mr Hyde s seguito di una ricerca, all’invenzione di una sostanza che, allentando i freni inibitori, mostra il peggio, trasformando un essere umano in un essere bestiale. Ecco, quella sostanza è il catalizzatore, in grado di impedire alla ragione di contrastare il male che c’è in ognuno di noi.
L’aver posto in evidenza questa duplice natura, per quanto arricchendola della creatività propria di un grande scrittore, è senz’altro il merito maggiore di questo romanzo, talmente ben congegnato e strutturato da stupire ancor oggi.
Il racconto a tutti gli effetti si può considerare una parabola del male e vuole indicarci che come non esiste un uomo assolutamente buono, non ne esiste uno assolutamente cattivo. Sotto la nostra pelle esistono due distinte personalità, di cui una spesso soffocata dall’ambiente in cui si vive, ma poi basta poco, è sufficiente che un qualche cosa si inserisca nella vita perché quella latente venga allo scoperto.
Bello, anzi un capolavoro, Lo strano caso del Jekyll e del signor Hyde è uno di quei romanzi che si leggono con piacere, ma che lasciano l’amaro in bocca, perché la verità che ci riguarda, o almeno questa verità, ci fa comprendere quanto ancora sia lungo e forse infinito il cammino della nostra evoluzione.