Dettagli Recensione
La verità sul caso Harry Quebert? E' troppo lungo.
Ho notato questo libro tempo fa a causa della sua copertina, dove c'è una foto di Gregory Crewdson, (al quale è stata dedicata qualche anno fa una mostra personale a Roma, al Palazzo delle esposizioni), un fotografo americano contemporanea che spesso ritrae, costruendole con dovizia di particolari, scene ambientate nelle città di provincia americane, ricche di pathos e drammaticità, raccontando una storia con una sola immagine, come se fosse un film di un solo fotogramma.
Qui potete vedere la foto della copertina
http://recordinglivefromsomewhere.files.wordpress.com/2012/09/gregory-crewdson-1251.jpeg
Ecco il contrasto tra una copertina sintetica, che racconta la "storia" di una donna ritratta scalza, in sottoveste appena uscita da un taxi ed assorta nei suoi pensieri in una strada deserta di una cittadina americana e la monumentale quantità di pagine, 770 per l'esattezza, che svelano il mistero dell'amore tra Nola e Harry Quebert. Il romanzo è scritto bene, scorrevole e ricco di colpi di scena, ma i personaggi sembrano piuttosto "granitici" nella loro convenzionalità ( lo scrittore che per trovare l'ispirazione si rinchiude nella villa con vista stupenda davanti al mare, le donne tutte spasmodicamente in cerca di marito, la cittadina di provincia americana che nasconde segreti terribili...). In alcuni momenti poi si rasenta il ridicolo, con affermazioni o battute da parte dei personaggi assolutamente improbabili, ed anche l'azione di alcuni di loro risulta poco plausibile. Troppo "costruito", ridondante nel ripetere alcuni concetti, ed allungato. Ovviamente è un libro che ha anche molti lati positivi, ben sviluppato su più livelli temporali che, se non correttamente raccordati tra loro, rischiavano di confondere il lettore. E' un libro che ha come reale protagonista un libro, anzi più di uno e si percepisce chiaramente come l'autore deve avere inserito molto di se in questo racconto che parla principalmente della difficoltà di scrivere, della mancanza di ispirazione che corrode uno scrittore e come, a volte, la realtà è molto più imprevedibile di qualsiasi storia di fantasia.
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Insomma a una settimana dalla fine del libro non ho troppi rimpianti per averlo già finito...
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