Dettagli Recensione
KAIKEN
Thriller che tiene inchiodati alle pagine senza lasciare tregua, un susseguirsi di eventi che tengono il lettore con il fiato sospeso. L’impressione è che la storia, sia legata ad una certa situazione, ed in realtà il panorama che viene dispiegato ha tutto un altro sapore….. Il titolo originale è Kaiken, nome di un antico pugnale giapponese, la copertina ha impresso, il viso di profilo di una donna asiatica, sicuramente, sia titolo che immagine, racchiudono in modo più completo il cuore del libro, cosa che invece, compie solo parzialmente, il titolo e la copertina “di casa nostra”, in quanto si riferiscono solo ad una parte della storia.
Azzardo che questo thriller racchiude almeno due vicende originali ed importanti, che vengono sapientemente intrecciate; l’una non annulla o esclude la possibilità dello svolgimento dell’altra…..
Mi sono piaciuti i personaggi, mi è piaciuta l’originalità della vicenda, mi è piaciuta la penna dell’autore che non ha incentrato la storia su dettagli macabri orribilmente descritto fin nei minimi particolari, ma sull’incontro di due culture, sulla complessità della trama, senza perdere nessun filo della storia.
Ho apprezzato l’ispettore Olivier Passan, parigino, che ha in sé la rudezza dell’uomo abituato a combattere la violenza e la meschinità umana, con un fardello pesante da portare legato ad un’infanzia difficile, vissuta in istituti per minori,ma che ha la dignità e gli ideali degli antichi samurai.
Ho apprezzato la moglie Naoko, giapponese, che rifiuta tutto ciò che invece affascina il marito dell’antica cultura nipponica, ne ho apprezzato la descrizione particolareggiata dei tratti somatici così ermetici, del comportamento così diverso dall’occidente.
La coppia sta affrontando una difficile separazione nella quale sono coinvolti i due bambini.
L’ispettore contemporaneamente, alla gestione del suo matrimonio in crisi, si ritrova a dover indagare sull’omicidio di una giovane donna in avanzato stato di gravidanza eviscerata ed arsa viva, come il feto abbandonato a poca distanza dalla mamma.
Come lettrice ho pensato che la storia vertesse sulla caccia e la cattura della persona che ha compiuto questo delitto così orribile. In realtà amici, questa è solamente la punta di un iceberg……
I personaggi sono molti, tutti originali e ben tratteggiati, a partire dal collega dell’Ispettore ed amico Fifi, dallo stesso sospettato dell’omicidio, che viene svelato e descritto alle prime battute della storia, Patrick Guillard, agli accenni e riferimenti al Giappone, riportati per tutto il thriller, che ne diventeranno l’anima stessa.
L’autore è riuscito, con una scrittura accattivante ed avvincente, a comporre forse, uno dei migliori thriller che ho letto ultimamente. Non ho trovato parti noiose o punti che vengono toccati e non risolti, ho trovato una trama fitta e forte, che appassiona ed incuriosisce per certi aspetti. Ne consiglio vivamente la lettura.
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