Dettagli Recensione
Riti di morte.
"Pensai che il male non è altro che una materia fatta di follia, di ignoranza, di miseria morale, di dolore accumulato, di povertà ereditata, durezza, vuoto interiore."
La particolarità di questo libro giallo, secondo me, non sta solo nella curiosità di scoprire chi è il colpevole e di sapere come si sono realmente svolti i fatti, ma di riuscire ad amare un personaggio quello di Petra Delicado, una donna insofferrente come dice lei, una che "si trova sempre in un marasma d'insoddisfazione. Rovina sempre il meglio che ha, non domina gli elementi profondi della sua personalità", una non convenzionale, decisa nelle scelte, che cerca di emergere in una realtà dove l'elemento principale è il sesso maschile, è lei che deve far accettare e comprendere le sue idee e i suoi ragionamenti.
Molto divertente il rapporto tra lei e il suo viceispettore Garzon, all'inizio difficile, distante, lui è uno abituato ad accettare tutto quello che gli capita intorno, lei è ribelle e intransigente, lo scontro è all'ordine del giorno, poi piano piano i due si capiranno, si accetteranno e tra loro nascerà una strana amicizia.
Un giallo che ho amato perchè particolari sono i personaggi che la Gimenez-Bartlett riesce così bene a caratterizzare, anche l'ambiente e le classi sociali sono ben esposte, questo libro di sicuro sarà certamente l'inizio di una lunga serie, visto che l'autrice ne ha scritti molti altri con l'ispettrice Petra Delicado!
"Dostoevsky pensava che la compassione fosse l'unica salvezza dell'essere umano, ma ovviamente non parlava specificamente della donna."