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Di seta e di sangue
 
Di seta e di sangue 2013-11-18 16:05:40 cesare giardini
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    18 Novembre, 2013
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Un raffinato poliziesco cinese

Qiu Xiaoling è scrittore, traduttore e insegnante di letteratura cinese alla Washington University di Saint Louis ; ha lasciato Shanghai dopo i fatti di Tienanmen (1989) ed ha avuto buon successo come autore di gialli in cui fa risolvere complicati casi ad un ispettore capo, Chen Cao, colto e raffinato. Il romanzo “Di seta e di sangue” è ben congegnato, e, pur non lasciando con il fiato sospeso per improbabili colpi di scena, ha un tessuto narrativo particolare, meditato, ricco di citazioni storiche, arguti proverbi cinesi e sagge massime di Confucio. Si parte con delitti efferati, caratterizzati da una messa in scena particolare, opera di un misterioso serial killer che uccide e abbandona le sue giovani vittime in diversi luoghi di Shanghai, scomparendo poi senza lasciare traccia. Si capirà dopo le indagini minuziose condotte dall’ispettore capo Chen Cao e dai suoi validi collaboratori che l’assassino trae le sue motivazioni da lontano : bisogna risalire all’epoca della Rivoluzione Culturale e della grande marcia di Mao, poi sconfessata dall’attuale regime, dalle angherie e persecuzioni di allora per comprendere quali traumi gli eventi di un tempo abbiano sconvolto la mente di un bambino, divenuto poi famoso avvocato con l’istinto vendicativo del serial killer. Straordinario è uno dei capitoli finali. Il poliziotto e l’avvocato, ignaro del tranello, si incontrano a cena ed iniziano, tra una portata prelibata e l’altra, un serrato colloquio, inteso, da parte del poliziotto, come astuto mezzo per estorcere una confessione e, da parte dell’avvocato, come un estremo tentativo per rifuggire dai traumi dell’infanzia e depistare con apparente tranquillità le indagini. Ma un colpo di scena finale (l’unico ma collocato magistralmente dall’Autore) risolverà il caso. E’ un giallo diverso dai soliti, più vicino forse alla recente giallistica svedese che a quella statunitense. Non si era mai visto un protagonista, l’ispettore capo Chen Cao, così colto e raffinato, autore di tesi letterarie per una facoltà universitaria e capace di galleggiare sereno e professionale in una società cinese moderna, comunista sì ma in preda ad una corruzione difficilmente controllabile.


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