Dettagli Recensione
J.K., io t'aspetto!
Molto tempo fa sentii mio padre pronunciare una frase che è rimasta in un limbo mentale abbastanza fragile perché io potessi rimuginarci sopra per un lungo periodo. Niente di eccezionale in realtà. Disse: “Ormai ha già dimostrato tutto. Può fare quello che vuole.” Si riferiva a un cantante molto noto e molto amato, discorrendo sul suo strampalato nuovo singolo.
Ebbene, a distanza di anni questa frase mi torna alla mente, spolverata e illuminata da un’acquisita propensione, ahimé, per il moralismo. Se qualcuno che ha già dimostrato appieno le proprie capacità si può permettere qualche colpo di mano, qualche nuova uscita magari di qualità inferiore allo standard lungamente proposto con i propri trascorsi, qual è la discriminante che separa il vistruosismo dalla speculazione? Non pretendo, tramite cervellotiche elucubrazioni , di perseguire una risposta soddisfacente. Mi limito ad osservare i fatti e ne traggo le conclusioni più ovvie. E la più ovvia, naturalmente a proposito del romanzo “Il richiamo del cuculo”, è che, sfortunatamente Robert Galbraith non esiste. E assieme a lui non esistono tutte le possibili attenuanti che spieghino la pubblicazione di un libro mediocre. Se fosse esistito sarebbe magari stato un giovane scrittore esordiente, alle prime armi, con tante idee e poca pratica. Sarebbe potuto essere un avvocato di mezza età che, in preda all’omonima crisi, avesse buttato all’arie scartoffie e stress quotidiano per dedicarsi alla scrittura creativa. Ma non c’è nulla da fare, Robert Galbraith non esiste. Al suo posto vi è, dolorosamente, un’eminenza mascherata. Una dea della creatività, una sacerdotessa della prosa. J.K. Rowling mi procura un grande dolore, tanto quanto me lo procura la lettura di questo romanzo, accettabile se fosse stato scritto da uno degli ipotetici autori suddetti, terribilmente e irreparabilmente modesto se proveniente dalla penna della Rowling. Ma questa penna, cosa non poco rilevante, è d’oro zecchino, incrostata di pietre e in cerca di un’idonea compagnia.
Insinuare una speculazione editoriale è certamente rischioso, pretenzioso e di cattivo gusto, e non è certamente nei miei intenti. A parlare per me sono fatti inconfutabili. “Il richiamo del cuculo”, infatti, nei primi tre mesi dopo la pubblicazione ha venduto in tutto il Regno Unito l’imbarazzante somma di 1500 copie. Ma, sorpresona, dopo la grande rivelazione sulla paternità del libro, ecco che la mattina immediatamente dopo le copie vendute avevano raggiunto la quota 7,5 milioni. La notizia, che non necessita un commento, è, nel mio personalissimo caso, la forza più potente che agisce sull’ago della bilancia, portandolo nella parte più instabile e pericolosa del quadrante. Con grande tristezza.
Se con “Il seggio vacante” avevo piacevolmente ritrovato tutti i topos, sebbene abilmente rivisitati, di un’autrice che mi ha cresciuto (assieme a qualche altro milione di adolescenti in tutto il mondo), con questo ultimo lavoro trovo solo il piacere della lettura, derivante da un eloquio verbale sempre scorrevole e accurato, ma nulla di più. E non basta certo una musicalità, una godibilità visiva a fare di un romanzo, tanto più un romanzo giallo, un buon lavoro.
Cormoran Strike è un personaggio con un grandissimo potenziale rimasto totalmente non sfruttato, che diventa presto convenzionale. E, anche in questo caso, non basta una gamba mancante e una madre con un passato da groupie a rendere originale e tridimensionale un protagonista. Assieme a lui un girotondo di personalità che simulano nel loro insieme, con troppa nitidezza e troppo manierismo, il catalogo di volti e di comportamenti tipico del giallo britannico vecchio stile.
Neppure Lula Landry, la bella Nefertiti della moda, la top-model mozzafiato acclamata che viene trovata morta a molti metri sotto il balcone della propria abitazione, è riuscita a smuovere qualcosa nella mia considerazione. Le indagini che l’investigatore privato Cormoran Strike conduce, appoggiato dalla nuova segretaria Robin, sulla morte di Lula, deciso a scartare l’ipotesi troppo inverosimile di un suicidio, non sono altro che un viavai di facili interrogatori privi di mordente, in cui la suspance non è di casa.
Un piccolo piatto romanzo, questo della Rowling. Un giallo edulcorato e fumettistico. Un fallimento mascherato e non accettato, che ha avuto bisogno del nome del proprio autore per vendere, esattamente ciò che, a parer mio, non dovrebbe accadere se si segue un principio meritocratico che verte sulla qualità del lavoro piuttosto che sulla fama di chi lo ha scritto.
E, concludendo in amarezza, la situazione non sembra assolutamente sull’orlo di un cambiamento di rotta. La nostra amata scrittrice, senza ironia, non nasconde l’idea di in possibile seguito a questo romanzo, tanto per confermare la propria assoluta noncuranza nell’abbandonarsi ad una carriera che l’ha portata ad essere una delle donne più ricche del mondo e che dischiuderà per lei chissà quali altre porte.
A tutta la parte di lettori che, lecitamente, non ha amato visceralmente tutto ciò che è uscito dalla penna della Rowling sembrerà eccessivo un tale grado di amarezza. Ed è a loro che consiglio spassionatamente di non fermarsi di fronte all’opinione di un singolo lettore deluso, ma di buttarsi nella lettura di questo romanzo, che sicuramente risulterà piacevole, se non bello. A tutti quelli, invece, che sono rimasti scottati non rimane altro che aspettare e avere in buon senso di dare un’altra chance a chi se lo merita.
(Sia chiaro, J.K., in nome dei vecchi tempi.)
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Questo non l'ho letto,Il seggio vacante l'ho lanciato dalla finestra dopo 40 pagine.
Magari è la volta buona che capisce la canzone e che come dice Gracy ci rida Harry!
Non che sia da buttare via, anzi, qualche elemento godibile c'è e si nota, ma si sarebbe potuto fare di più! Non dimentichiamoci però che anche King , altro grande maestro, non ha scritto sempre capolavori!
Non ho ancora letto alcun libro della Rowling e, chissà per quale arcano motivo, ho la sensazione che "Il richiamo del cuculo" si trovi già sotto il mio albero di Natale. Sarò curiosissimo di valutare questo romanzo alla luce delle tue valutazioni!
Il richiamo del cuculo è da quando è uscito che entra e esce dalla mia lista dei desideri, non so se avrò mai il coraggio di confermarlo.
E dire che con HP è stato amore a prima vista dalle prime righe.
Complimenti a Maso, scrive meglio dell'ultima JKR!
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