Dettagli Recensione
Mathilda e l'abilità creativa di uno scrittore
Che dire? Riesco ancora a sorprendermi per come, a volte, un autore riesca ad immedesimarsi nei protagonisti del proprio racconto a tal punto da costruirne perfettamente la personalità, a dispetto di ogni propria diversità di età, sesso, ambient.
In questo caso il quarantaquattrenne Victor Lodato, tra l’altro al suo primo romanzo, effettua un’operazione esemplare entrando nel personaggio di una ragazzina di tredici anni e descrivendone , con lucida coerenza, il modo di pensare, di parlare, di atteggiarsi; i sentimenti di odio e amore; i timori, i turbamenti, le frustrazioni.
Mi pare improponibile il paragone – pur da taluni fatto – tra questo racconto e “Il giovane Holden” di Salinger, nel suo genere, probabilmente irragiungibile. Ma certo è che trattasi di testo che colpisce.
Non ne descrivo il contenuto, a ciò pensa la scheda, e tanto meno il finale, che lascia impietriti.
Un’ultima annotazione: è stata generalmente lodata la traduzione del testo originario effettuata da Sergio Claudio Perroni, valutazione sicuramente giusta, anche se non sempre ineccepibile mi è parso l’utilizzo della “consecutio temporum”.