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TRA NEONAZISTI E PANNOLINI
E' il primo romanzo della Lackberg che leggo e, quindi, mi manca la indispensabile conoscenza del background. In particolare, non essendomi note le vicende precedenti dei protagonisti (squadra investigativa e parenti annessi), ho fatto molta fatica ad entrare nell'ambientazione; soprattutto perché l'autrice si è più preoccupata di descrivere gli ambienti familiari che di seguire la traccia gialla che dovrebbe essere il tema del romanzo.
Proprio per questo motivo ho trovato la narrazione disomogenea: da una parte il resoconto dei triboli quotidiani di neo-genitori e commissari single in cerca di affetti; dall'altra la storia cupa degli anni terribili della seconda guerra mondiale visti da un Paese che dovrebbe averli subiti solo di striscio; in mezzo, come il classico "vaso di coccio" di manzoniana memoria, la trama poliziesca. Quest'ultima non solo è schiacciata tra le altre due, ma, a tratti è quasi ridicola ed inconsistente. I poliziotti sono di una inettitudine imbarazzante (alcune settimane prima di prendere le impronte digitali ai personaggi coinvolti? Mesi per verificare un alibi??), ma soprattutto, è svincolata dal resto, è totalmente lineare e prevedibile.
E' evidente che all'autrice interessavano soprattutto i due filoni familiare e storico, mentre l'omicidio del vecchio professore di storia aveva solo la funzione di fil rouge attorno al quale intessere le altre due narrazioni.
Queste due hanno una loro dignità autonoma, il tema giallo non è sufficiente neppure per un racconto breve. Ma a questo punto perché non scrivere un romanzo che prescindesse completamente dall'investigazione poliziesca?
Detto ciò il tema che l'autrice affronta è importante e scottante. Viene ben sintetizzato dalle parole di uno dei personaggi (uno dei più sgradevoli, ma che mostra una logica ferrea, per quanto cinica): qual è il confine tra il desiderio di giustizia e la vendetta personale? Ovviamente non esiste una risposta e la Lackberg in sostanza gira la domanda al lettore.
Un'ultima postilla: ben descritta la società svedese che ci appare abbastanza aliena ed inconsueta, scandita com'è da riti quasi giapponesi (compreso l'obbligo di togliersi le scarpe appena entrati in casa) e dove la cerimonia del the è sostituita da pinte di caffè fumante accompagnate da biscotti.
Indicazioni utili
- sì
- no