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E SE LA PROPRIA VITA FOSSE LA TRAMA DI UN LIBRO?
Accade spesso che, quando ci si avvicina ad un libro universalmente apprezzato, le aspettative possano essere talmente elevate che la conclusione della lettura lasci un pò insoddisfatti, come se ci si aspettasse di più. Per me non è stato così con "l'ombra del vento", un romanzo che mi ha coinvolto in maniera cos' profonda come poche volte mi è accaduto con altri libri. La vicenda è avvincente fin dalle prime pagine (già questa una singolarità), instaurando un crescente desiderio di proseguire nella lettura. E crescente è l'atmosfera magica, passionale e avventurosa che si sviluppa pagina dopo pagina. Illuminante l'ispirazione di Zafon di creare una vicenda nella quale il protagonista (Daniel) rimane rapito ed incuriosito dalle vicende di uno strano scrittore (Julian Carax) le cui vicende di vita saranno pericolosamente simili alle proprie. Un crescendo di emozioni e colpi di scena che non lasciano trapelare nulla sullo svolgimento della vicenda fino ad un rocambolesco finale. Numerosi e particolarmente caratterizzati i protagonisti nati dalla penna dello scrittore, nei quali ogni lettore potrà riconoscere una parte di sé. Oltre ai personaggi principali, Daniel, Fermin e Julian ho particolarmente apprezzato la descrizione dei personaggi femminili della storia, creati da Zafon con una tale dolcezza per cui è difficile non innamorarsene; come Clara Barcelò, bellissima donna irresistibilmente attraente, con diverse qualità invidiabili ma con un problema (l'essere non vedente) che passa, con leggerezza, in secondo piano. L'ambientazione temporale e logistica, la Barcellona del dopoguerra, è meravigliosa per lo sviluppo della vicenda e lo stile di scrittura è molto fluido, gradevole, ricercato senza eccedere. Indubbiamente un libro che, una volta terminato, lascia quel senso di vuoto che spesso accomuna quei bei libri il cui ricordo accompagna la nostra esistenza.