Dettagli Recensione
L'acerbo allappa
“La verità sul caso Herry Quebert” è un giallo simpatico, fresco, che strizza l’occhio al cinema; scritto per le masse e a loro rivolto, un testo studiato a tavolino per macinare soldi ! riassumendo un testo commerciale. Stilisticamente parlando è un lago di tristezza, nessun virtuosismo, nessuna poesia, un testo veramente senza pretese. In alcuni passaggi sembra ascritto da un adolescente.
Si salva un po’ di più sul comparto narrativo, la storia è gradevole, i ritmi abbastanza serrati, anche se troppo spesso ribadisce situazioni e concetti inutili ai fini narrativi, generando cosi pagine e pagine di “reptita iuvant” ma dopo un pò scoccia !
La storia si snoda dopo qualche pagina e prende forma, quando il marcio viene a galla però il tutto si perde in interrogatori improbabili, in stile : “ si ricorda cos’ha mangiato il 12 agosto del 1975 ? e si ricorda il colore del maglioncino che indossava quel giorno ?” Si perché per scoprire i l colpevole e salvare il povero Harry che è sospettato di un crimine commesso 30 anni prima: L’omicidio di una ninfetta locale con cui ebbe una fugace tresca amorosa clandestina, e dell’omicidio di una anziana signora che viveva al limitare della foresta (e non sono cappuccetto rosso e la nonna) bisogna scavare nel passato e nella memoria delle persone che, quei giorni che precedono il 30/08/1975, li hanno vissuti.
Ma perche lo scrittore Marcus Goldman dovrebbe farsi maltrattare dal poliziotto cinico di turno e odiare da un intero paese? ma perché Harry Quebert è il suo vecchio insegnante d’università ! non che unico vero amico, ecco perché ! (e non perché è cronicamente affetto dalla “Sindrome della pagina bianca” ) Quindi ?!? quindi Marcus vuole a tutti i costi tirarlo fuori di galera: dimostrando al mondo intero che Quebert (l’autore di “alle origini del male” un libro che tratta una grande storia d’amore,considerato un classico moderno ) non è l’incarnazione di Hubert Hubert ma ben sì un povero scrittore ultra trentenne che in quel periodo si innamorò di una adolescente procace e disinibita. (Figlia di un pastore protestante)
A parte le scintille iniziali, il fuoco della mia attenzione arde alla svelta, e si assopisce dopo l’apertura delle indagini : personaggi sono stereotipati, le mamme sembrano tutte stordite, le giovani donne tutte oche, i mariti tutti dei dementi debosciati e via cosi per tutto il libro, gli unici personaggi degni di questo nome sono appunto Marcus, Harry e Nola per il resto sembrano tutti presi in prestito da una sitcom americana .
Per il finiale Dicker prepara il botto, e in parte ci riesce, anche se con tutte le possibilità che aveva per chiudere la storia ha francamente a mio parere fatto la scelta peggiore, ma questa è questione di gusti.
In conclusione un romanzetto con una buona operazione di marketing alle spalle . Dicker ha ancora molto da crescere, sia nella costruzione della trama, ma in particolare nello stile, che come già detto risulta banale e troppo sbarazzino. Rimandato al prossimo libro !
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Commenti
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altra mossa commerciale di stagione!
Bravo come sempre le tue recensioni sono davvero ottime e utili.
@Silvia si direi che in entrambe i casi la considerazione nei confronti del lettore è un palese insulto all'intelligenza
@Katia non è questione di essere più o meno cattivi, io la vedo più nell'ottica che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria: più insistono a vendermi fumo e più io divento cattivo. :)
Normalmente è dagli angoli bui e impolverati, della mia libreria di fiducia, che recupero dei piccoli capolavori, ignoti ai più.
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