Dettagli Recensione
La descrizione del soprannaturale
Avevo già sentito parlare di Lovecraft, ovviamente, ma non avevo mai letto nulla di suo. Mi era stato descritto come un brillante scrittore d'altri tempi, maestro dell'horror e delle storie originali.
Ora che ho letto “La casa stregata” e “L'orrore a Red Hook” posso dire che sì, è stato uno scrittore originale nel suo campo tematico, ma forse chiamarlo “maestro dell'horror” mi pare esagerato.
Premetto che a me questo genere non piace, ma ho deciso di prendere e leggere questo libro per poter conoscere prima di giudicare, e comunque un famoso classico non fa mai male.
“La casa stregata” è un racconto breve ambientato nell'amata Providence di Lovecraft, cittadina in cui ha vissuto fino alla morte. Lì una casa fatiscente e abbandonata ispira da generazioni paure e superstizioni che passano di bocca in bocca finché il nostro eroe-scienziato non decide di andare al fondo della questione.
Il secondo racconto, “L'orrore a Red Hook” è forse un po' più “urbano” e moderno, probabilmente il vero tratto d'originalità di cui si parlava a proposito di Lovecraft. Un vecchio quartiere urbano pullulante di immigrati asiatici, delinquenti e la peggior feccia umana ospita terribili spettacoli satanici e sette diaboliche che appestano la città. Un ispettore della polizia si troverà al centro di uno strano “colpo di stato” da parte delle forze oscure.
Entrambi i racconti sono molto brevi e hanno in sé tutti gli elementi del soprannaturale-horror che si richiedono al genere: leggi naturali inspiegabilmente invertite, esseri deformi o senza forma aleggianti come nuvole di terrore, luoghi abbandonati di cui nessuno vuole parlare, suprstizioni e timori fondati su vecchie leggende o dicerie.
Però. Però nel primo racconto non ho trovato nulla di particolarmente innovativo: la casa stregata, l'essere che perseguita gli inquilini, la spaventosa scoperta del nostro ricercatore. Nel secondo l'innovazione è ambientare riti satanici nei bassifondi urbani di una città perfettamente riconoscibile in una città del XXI secolo. Ma nulla di più.
Ho apprezzato tantissimo l'abbellimento dello sfondo delle storie: viene descritto nei particolari il passato dei luoghi presi in considerazione (anno di costruzione, proprietario, vendite o affitti), viene fatto un accurato approfondimento dei personaggi (dove è nato, che studi ha fatto, cosa l'ha portato lì) ecc, ma le descrizioni troppo lunghe e dettagliate rendono i racconti quasi interamente descrittivi, privi di movimento e forzatamente superficiali, come se i temi “scottanti”, le vere entità soprannaturali, venissero solo accennate e mai propriamente trattate.
Ritengo che Lovecraft sia ben lontano dai racconti horror-thriller dei giorni nostri, ma come primi tentativi del XX secolo possiamo accontentarci.