Dettagli Recensione
Non è detto che una prigione debba avere per forza
Galles, 1987. Un ragazzino, seguendo le tracce di una volpe in un bosco, scopre una grotta nascosta dal fogliame e dai sassi. Ne fa il suo rifugio: quel luogo si chiamerà, per lui, Fox Valley, la valle della volpe. Nonostante il termine volpe venga utilizzato come sinonimo di furbizia, Ryan Lee una volta divenuto uomo non si dimostrerà all’altezza della sua valle. Così come una volpe lo ingannò da bambino, anche nel mondo dei grandi Ryan finirà in un brutto giro per via della sua scarsa destrezza e furbizia.
Stessi luoghi, 2009. Matthew e Vanessa Willard, di ritorno da una visita alla madre di lei, fanno una sosta in una piazzola ai margini del bosco. Hanno litigato. Matthew si allontana, accompagnando il cane a sgranchirsi le zampe e la mente. Al suo ritorno Vanessa è scomparsa. Solamente il lettore è il testimone del rapimento da parte del giovane Ryan Lee il cui fine è il riscatto. Qualche tempo prima si era invischiato con un criminale usuraio, Damon, a cui deve una cifra spropositata. Ora ha visto la BMW di questa donna che sembra essere sola. Ne deduce che sia ricca. Agisce senza pensare troppo. La porterà nella Fox Valley, nella grotta che ha scoperto da bambino. Il piano dilettantesco filerebbe alla perfezione e Ryan potrebbe intascare 100mila sterline (20 per Damon e 80 per lui) se non venisse arrestato per percosse ai danni di un giovane.
Finito in carcere Ryan non confesserà il rapimento di Vanessa, che per tre anni resterà sotterrata in una cassa di legno nella valle della volpe.
Sarà sopravvissuta? Sarà scappata? L’avranno liberata?
2012. Da questo punto il racconto procede alternando la prima e la terza persona narrante. Jenna Robinson è arrivata da poco in Galles e ci racconta stralci della sua vita precedente, una madre con cui non è più in contatto, un fidanzato che lei ha deciso di mollare perché inconcludente. A Swansea Jenna ha trovato un lavoro in un giornale grazie all’amica Alexia. È a casa di quest’amica che Jenna incontra Matthew che è un vedovo non-vedovo, perché il corpo di Vanessa non è mai stato trovato. Intanto Ryan Lee torna in libertà anticipata grazie alla buona condotta e viene ospitato da una ragazza con cui ha tenuto una corrispondenza mentre era in carcere.
Questi sono i fatti che è necessario sapere, perché l’azione si fa convulsa. Dapprima il nesso non è chiaro ma poi diventa evidente che qualcuno vuole colpire Ryan attraverso le persone che hanno a che fare con lui: prima la sua ex fidanzata viene assalita e violentata, poi è la volta di sua madre a subire la stessa sorte. Infine… Alexia scompare e la modalità della sua scomparsa ricalca quella di Vanessa, tanti anni prima.
Il thriller della scrittrice tedesca Charlotte Link gioca sulla psicologia dei personaggi e su una sorta di ‘classico’ enigma che tiene in sospeso fino alla fine: noi sappiamo che adesso Ryan Lee non è il colpevole, ma chi è che può sapere i dettagli del suo crimine precedente? Se il personaggio di Ryan è un poco banale, più interessante è l’universo femminile del romanzo: la ex fidanzata di Ryan, Jenna che per la prima volta in vita sua non va a letto immediatamente con l’uomo che l’attrae (Matthew che non smette mai di pensare alla moglie scomparsa), Alexia, l’ambiziosa giornalista che trascura il marito e i quattro figli, e infine Nora che pur non essendo il personaggio principale è quello più singolare. Nora è la ragazza che ospita Ryan Lee in casa sua e con cui ha tenuto una corrispondenza quando era in carcere, quella a cui lui confida il rapimento di Vanessa: quali sono i meccanismi che spingono una donna ad allacciare una relazione con un carcerato e a sostenerlo, pur riconoscendone le colpe, pur non essendo ricambiata adeguatamente nei sentimenti che prova per lui?
Un finale a sorpresa, con una scena che ci fa restare con il fiato sospeso, per questo piacevole giallo che si svolge in un magnifico paesaggio.