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IMPRONTE NELLA NEVE
Ci sono delle impronte nella neve, due persone devono essersi inoltrate nel bosco, forse alla ricerca di cibo, magari un gatto è sopravvissuto, oppure laggiù gli alberi hanno una corteccia migliore per placare la sensazione di fame… un’impronta è più grande e profonda, è senz’altro quella di un adulto, l’altra invece e piccola e leggera, un bambino che segue silenziosamente e obbediente il suo papà? Improvvisamente le orme s’interrompono, non sono più vicine, ma concentrate in un unico posto, sembra che ci sia stata una lotta! S’intravedono dietro un albero delle macchie rosse che colorano la neve, una cordicella legata stretta stretta a un piedino…
Leo è un membro importante dell’MGB, il suo compito è quello di obbedire allo Stato russo, di credere in tutto quello che gli viene detto, agire su ordini ben precisi, rispettare le regole senza mai metterle in discussione; è molto bravo in questo, freddo e preciso nello svolgere quanto gli viene richiesto, il funzionario modello e come tale è evidente che abbia i suoi nemici all’interno dell’ambiente in cui lavora.
Ha una vita perfetta, una moglie bellissima, una casa con tutti i servizi, un lusso per il periodo (siamo nella Russia di Stalin del 1953), grazie alle sue capacità è riuscito a garantire una sistemazione gradevole anche ai suoi genitori; è rispettato da tutti, ma più che rispetto sembra timore reverenziale per la sua posizione e per l’autorità che rappresenta: quello che lui dice è l’unica verità plausibile per lo Stato, non ci devono essere dubbi su questo, e Leo non ne ha, almeno fino a quando non gli viene ordinato di indagare su una donna che si ritiene essere una spia, un pericolo per lo Stato: Raisa, sua moglie.
E’ da qui che il romanzo prende una piega diversa, Leo metterà in discussione tutto ciò in cui credeva fino a diventare una persona completamente diversa, fino a trovarsi faccia a faccia con la sua infanzia, sepolta nella mente e occultata grazie alle droghe che era costretto a usare per essere sempre vigile e attivo ad ogni ora del giorno e della notte.
Un thriller che non lascia mai un momento di respiro, i ritmi sono sempre serrati, il pericolo è ovunque e la brutalità umana si manifesta quando meno si è preparati a una sua manifestazione; le descrizioni delle condizioni di vita e di lavoro delle persone, del trasporto dei prigionieri, innocenti ma colpevoli per voglia dello Stato, verso i gulag, sono atroci, molto simili alle deportazioni degli ebrei nei campi di concentramento: un thriller crudo, dalle tinte forti, di un rosso sangue che macchia la neve di un colore troppo naturale e umano per essere vero.
Consigliatissimo, si basa su una realtà storica, ahimè, realmente esistita.
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brava
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