Dettagli Recensione
LA CASA DEGLI ORRORI..BRRRRRR
Ammetto di essere un pò fifona. Mi capita di leggere romanzi “pauroselli” ,ma diciamo che provo per questi libri una sorta di attrazione-paurosa. Anche in questo caso è stato lo stesso; ero profondamente attratta dalla trama di questo romanzo e dalla copertina, adoro i luna park e tutti i parchi divertimento ma accidenti c’è quel castello dell’orrore e io ho una paura tremenda di quei castelli. Urletti isterici, aria compressa sparata a mille, rulli scivolosi sotto i piedi… per non parlare delle maschere mostruose che si incontrano, insomma, per farla breve, io in quei castelli ci sono entrata per la prima volta a 30 anni e ammetto di aver avuto un brividino prima di entrarci.
Forte di questa impresa coraggiosa ho intrapreso anche la lettura di questo romanzo e devo dire che l’esperienza è stata sicuramente simile per certi aspetti; sicuramente un brividino pre-lettura l’ho provato, qua è la ho strabuzzato gli occhi, ma nulla di pauroso della serie “voglio leggere solo con la luce del giorno”.
Questo romanzo è ambientato nel 1973 e il protagonista di questa vicenda è Devin. Devin decide di proporsi per un lavoro estivo a “joyland”, un parco giochi nella Carolina del Nord. Tra delusioni amorose, nuove amicizie e crescita personale, il protagonista di questo romanzo farà alcune conoscenze inaspettate….di più non svelerò.
Mi è piaciuto questo romanzo, l’ho letto velocemente e non mi sono mai annoiata. Non posso fare un confronto con altri libri dello scrittore (avendo io letto solo il “miglio verde”) ma posso definire il suo stile narrativo “magnetico”. Una pagina tira l’altra e quando a forza devi interrompere la lettura (poiché la vita haimè non può essere solo lettura) riprometti a King che tornerai presto per riprendere il racconto. In parte credo da aver assaporato il talento di questo autore, e mi ha lasciato veramente soddisfatta di questa lettura.
Il mio timore iniziale di andare incontro ad una lettura del terrore è scemata dopo metà libro. Mi aspettavo da un momento all’altro che si cominciasse a parlare di fantasmi e affini ma avevo sbagliato tutto. Questo romanzo ha veramente poco di horror, si avvicina più ad un thriller, in realtà poi un soft-thriller.
L’autore fa perno per tutta la narrazione sulle vicende di Devin, in particolare l’attenzione è rivolta alla sua crescita avvenuta in una stagione, si comincia a far strada nel giovane la consapevolezza di se e del mondo esterno, con tutte le sue contraddizioni e storture. Ma Devin è un buono, lo stereotipo del bravo ragazzo e se si vuole non vi sono colpi di scena in questo romanzo. Forse è questo il difetto che si può trovare in quest’opera. Un romanzo che va letto per ciò che è, godendosi la prosa e la “favola” in esso narrata.
Un libro che consiglio a tutti, anche ai più fifoncelli come me.
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Commenti
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Il film l'hai visto?
Io Joyland l'ho trovato perfin poetico (sicuramente per via del luna park. Ho un debole per parchi giochi e giostre. Mi mettono una malinconia!). :) Proprio come dici tu.
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