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Rebecca la prima moglie
 
Rebecca la prima moglie 2013-09-20 13:51:57 MrsRiso13
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MrsRiso13 Opinione inserita da MrsRiso13    20 Settembre, 2013
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La sindrome di Rebecca

Spesso la riuscita dell'artefatto non dipende dai materiali usati, ma dalla capacità dell'artista. La Du Maurier prendendo in prestito personaggi e scenari usciti da un feuilleton: il tenebroso gentleman, la giovane bonne, l'antico maniero, crea un capolavoro senza tempo.
La seconda signora De Winter narra l'incontro con il marito, il matrimonio e la vita nella casa coniugale. Visioni personali di una dama di compagnia impacciata e insicura che affronta la direzione di una casa nobiliare nell'Inghilterra novecentesca e, sopratutto, la “presenza” ingombrante di Rebecca, la prima moglie. Pur essendo scomparsa in circostanze misteriose, il suo fantasma aleggia in ogni dove, i domestici seguono sempre le sue direttive e Manderlay, ovvero palazzo De Winter, sotto la direzione della signora Danvers, è un mausoleo alla sua memoria. Nella storia s'insinua il germe delle gelosia, la neo sposa ne è sopraffatta, non riuscendo a brillare al pari di colei che sembra aver incarnato la perfezione. Si assiste, così, al crescendo degli eventi con un narrazione man mano più cupa che si conclude con un lugubre finale da fiaba.
Un'opera d'arte che attrae il lettore coinvolgendolo nelle vicende e obbligandolo a parteggiare, con una scrittura elegante e scorrevole si trasmettono le emozioni dei personaggi che divengono, soprattutto nel caso della protagonista, caratterizzazione degli stessi. La descrizione dell'esteriorità degli attori è, spesso, messa in secondo piano in contrapposizione alla dovizia di particolari con cui sono narrati i luoghi e gli ambienti. L'amore, l'odio, l'ansia, la paura, la gelosia sono le vere "star", esaltati da scene ben congegnate. La raggiante e frivola Montecarlo per trasmettere le gioie dell'incontro e dell'innamoramento o il ricco e scuro Manderlay a permettere di svelare la verità nascosta sotto l'apparenza. La bellezza del castello arroccato, mostrata all'occhio dell'osservatore lontano, si dissipa all'avvicinarsi, diventando ostentazione e opulenza, che opprime e imprigiona con i suoi sfarzosi arredi e i suoi sontuosi giardini.
Una perla rara da non lasciarsi sfuggire.

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Commenti

6 risultati - visualizzati 1 - 6
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Davvero una splendida recensione e sono davvero entusiasta del fatto che anche tu abbia apprezzato il romanzo. Pienamente concorde con te nel dire che è una perla rara da non lasciarsi sfuggire.
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MrsRiso13
21 Settembre, 2013
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Grazie! Devo dire la verità, non volevo leggerlo mi hanno quasi obbligata e, invece, poi ho trovato un capolavoro. A mio parare lascia il segno.
Ricreduta ed entusiasta!
So che Hichotck ha tratto un film (e poi un rifacimento) da questo libro. Bella recensione.
In risposta ad un precedente commento
MrsRiso13
21 Settembre, 2013
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Grazie, si è stato tratto un film è degli anni '40 che compete con il libro, vale la pena vederlo
gracy
23 Settembre, 2013
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Dici bene!! Perla rara, un narrazione sublime.Bel commento!
In risposta ad un precedente commento
MrsRiso13
23 Settembre, 2013
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grazie!
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