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Jack suona il... roque
Dopo aver letto questo romanzo, ho spazzato via tutte le critiche di cui avevo sentito parlare prima di immergermi nella lettura. Sì, perché a quanto pare sono in moltissimi a credere che il successo di questo romanzo sia stato portato esclusivamente dall'omonimo film di Kubrick e che l'opera di King non è poi questo gran capolavoro (come affermato dallo stesso regista).
Premetto che io ho guardato prima il film, apprezzandolo molto. Davvero un horror (che supera le barriere stesse di questo genere) ben realizzato. Ma mi è piaciuto più il romanzo. Sì, perché il Re va ad immergerci nella vita quotidiana, in tutti i piccoli (e grandi) difetti psicologici dei protagonisti, va a scavare nel loro passato, ci presenta delle vere e proprie persone, come le avessimo conosciute di persona.
Come sempre, tantissime le metafore (più o meno nascoste, la "dualità" della mazza da roque, ad esempio...), che caratterizzano tutto il romanzo. Ottima la presentazione della psicologia di Jack che va, via via a deteriorarsi (anche se non è mai stata perfettamente intatta, come ci fa capire King), le paure e la forza di un bambino - Danny - fuori dal normale, le ansie e preoccupazioni di Wendy, invischiata nel continuo rapporto odio/amore con Jack.
Romanzo assolutamente consigliato, per chi ancora non lo avesse letto.