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VEDO E NON VEDO
Scarto, pesco, passo, ripesco, chiudo. No, non sto giocando a carte, è il metodo investigativo migliore per risolvere i casi e scovare il colpevole.
Siamo a Londra negli anni trenta, l’infallibile Poirot, è ospite del criptico Shaitana, personaggio dall’aspetto demoniaco. Un banchetto speciale, da una parte si accomodano quattro autorità e dall’altra quattro presunti rei, tutti ignari del reale scopo della cena. A che gioco vuole giocare il padrone di casa? Proprio durante un sfida a bridge la serata si tinge di giallo. Tocca ancora al geniale Poirot con la preziosa collaborazione di altre celebrità scoprire le carte e risolvere l’arcano.
Scrittura elegante e pulita con senso pratico, priva di fronzoli e ricca di sostanza. Narrazione ordinata, senza confusione ogni tassello del puzzle criminale si incastra al posto giusto, rendendo la situazione chiara e perfetta, da incorniciare.
Agatha Christie è abile a stimolare la mente, punzecchia e suggerisce ipotesi, disseziona i fatti, appunta dettagli rendendo il lettore un migliore osservatore di ciò che lo circonda. Le ambientazioni e i personaggi son ben definiti sia fisicamente che caratterialmente, garantendo al lettore l’orientamento. Un giallo sobrio, classico, capace di rapire l’attenzione senza scene raccapriccianti o brividi da alta tensione.
All’inizio ho provato delusione perché la trama non è originale, è simile a quella di “Dieci piccoli indiani”, il passato dei personaggi è il tema ricorrente, ma la storia è sviluppata talmente bene che i pensieri negativi si sono eclissati velocemente.
Un romanzo da leggere impettiti e cerimoniosi, come del resto lo è Poirot, e non scordatevi una buona tazza di thè bollente, meglio se twinings.
“Con gli occhi della mente si vedono molte più cose di quel che non si veda con gli occhi del corpo”
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