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“C’è sangue orrendamente versato in ogni suo passo
Accadono strane nefandezze e delitti in città, il colpevole, l’autore di questi misfatti, Mr. Hide, è conosciuto da pochi, ma sembra avere stretti rapporti con il dottor Jekyll, uomo di cultura, rispettoso e buono.
“I pochi che potevano descriverlo (…) solo su un punto essi concordavano: e questo era il senso angoscioso d’indefinibile deformità che il fuggitivo lasciava in chi lo aveva visto”, l’espressione del volto fa gelare il sangue nelle vene, Hide ha “qualcosa di strano, qualcosa che colpiva in modo particolare, (...) qualcosa di freddo e sottile che penetrava fin nel midollo delle ossa”.
Questa breve opera ha carattere universale, ispirata da un sogno di Stevenson, direttamente dal suo inconscio e dalla sua sensibilità, tratta un tema molto profondo, che va oltre alla lotta tra bene e il male.
Jekyll si definisce il più grande dei peccatori ma quello che soffre di più, “sembrava che un gran peso gli opprimesse l’animo”.
Ciò che spinge Jekyll a “attirare su di se un castigo e un pericolo” tanto grave da non poter essere nemmeno nominato è l’ambizione.
Egli sfida la morte pur di giungere al trascendente, rompe i limiti imposti dalla natura. Jekyll disprezza il concreto, il successo e la carriera lo portano a nascondere i suoi piaceri ed emozioni. Tutto questo lo porterà a diventare completamente “assuefatto a una profonda duplicità di vita”, dualismo.
Jekyll si addentra in un viaggio unidirezionale, in cui l’unica uscita è la regressione e l’annullamento della persona.
Hide e Jekyll non sono opposti, Hide è qualcosa sempre esistito in Jekyll, è il male, un istinto represso, poco sviluppato, mai educato.
Oltre al tema ho apprezzato anche lo stile dell’autore, scorrevole e impeccabile, in particolar modo nelle descrizioni degli spazi, con un pizzico di macabro e misterioso, ma non in modo esagerato.
Consigliato.
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