Dettagli Recensione
Esoterismo in chiave romance
New York è la protagonista essenziale della storia.
Una New York in crescita, una New York che accoglie tutto il mondo, dove c’è posto per tutti, dove si inventano le identità e c’è sempre un angolo a disposizione per sognare la gloria.
Una città fantastica quasi surreale, la città americana per eccellenza, New York è la vera America.
Anni 20, da un lato il conflitto mondiale e il proibizionismo che incombe e dal’altro tante religioni che professano un credo assoluto e imperante, tante comunità, troppe persone diverse, ognuno con le sue abitudini e attitudini a contribuire alla crescita di un paese.
Dopo le storie dei vampiri, che hanno catalizzato la letteratura mondiale negli ultimi anni, Libba Bray ci prova con l’esoterismo e il genere thriller spicciolo. La fluidità del linguaggio è di una semplicità disarmante, un insulso malloppone di quasi 600 pagine che da al lettore la sensazione di un lavoro ricco di approfondimenti che sarebbero stati gestiti meglio se ad articolare la storia l’autrice avesse utilizzato un linguaggio e uno stile più serio e meno romanzato.
Lo so, l’intendo dell’autrice era evidentemente quello di creare pathos e leggerezza assieme, un po’ “Ombra del vento” di Zafon e un po’ “L’allieva” della Gazzola nostrana. Questa è stata la mia percezione. Mi ha innervosito la protagonista Evie, un’adolescente così perfetta, così insolente e così poco anni 20, togliendole il caschetto alla maschietta che andava di moda in quegli anni, una insolita divinatrice che ha strumentalizzato tutto il romanzo con la sua sfacciataggine e l’astuzia di un’adulta. Maghi, stregoni, divinatori, la bestia dell’Apocalisse, tante croci, tante confraternite, insomma un calderone di cose strappate al mondo dell’occulto, passando per il Ku Klux Klan, l’Atto di esclusione dei Cinesi, la Pillar of Fire Church e ...tanta roba.
Non salvo nulla, non ho gradito e poi quel finale aperto e affrettato è stata la ciliegina sulla torta, si c’è il sequel, è il primo libro di una tetralogia, che non leggerò ovviamente.
Ah dimenticavo…salvo la copertina, molto bella, così retrò e accattivante che mi ha ammaliata, ma non nella sostanza, insomma non sono caduta nella rete del diavolo!
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Mi hai fatto ricordare che ho Sorrentino ancora sul comodino che aspetta!!!
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"New York, rispetto agli anni Settanta, è molto peggiorata. E' diventata ordinata e addormentata. Prima c'era l'imbarazzo della scelta delle putt***. Ora non solo non c'è l'imbarazzo della scelta, ma non ci sono proprio più le putt***". :-D