Dettagli Recensione
Matriosca
“mio caro e sfortunato successore, se questa lettera giungerà nelle tue mani, di sicuro io sarò in pericolo, forse morto, o peggio...”
E per peggio grazie al cielo il caro professor Rossi non intende riferirsi al fatto che, ogniqualvolta esposto alla luce solare, sbrilluccica di gioia.
Questo horror-thriller è per gli appassionati del genere vampiresco bramstokiano.
Il romanzo risulta complicato ad una prima lettura( personalmente mi è piaciuto molto quindi l' ho riletto varie volte nel corso degli anni) perchè Elizabeth Kostova non soltanto fa ampio uso di flashback; i ricordi che vengono evocati durante la narrazione non provengono dalla stessa persona che semplicemente racconta il suo passato, ma da una moltitudine di personaggi diversi che vivono anche in periodi storici differenti rispetto a quello della protagonista.
Il Discepolo sembra una matriosca di ricordi appartenenti a persone diverse ma legate da un nemico comune, che non svelo perchè non voglio rovinare il finale.
Mi è piaciuta molto la tecnica della scrittrice; è complicata è vero, ma la trama così concepita è un puzzle di informazioni che il lettore deve necessariamente organizzare per poter arrivare al fulcro della storia. E così la Kostova ci prepara piano piano, come se scendessimo lungo una scalinata. Possiamo solo intuire dove questa porti, ma siamo curiosi perchè sentiamo dei rumori in lontananza, e moriamo dalla voglia di sapere cosa o chi li produce.
Vale la pena fare questa sfacchinata? Assolutamente si.
La complessità della tecnica di Elizabeth Kostova non è di quel tipo irritante e saccente di uno scrittore che vuole dimostrare a tutti i costi quanto sia bravo, anzi. Rende il romanzo ancora più avvincente, lo trasforma in un giallo oltre che un thiller efficace(con un pizzico di genere horror)
La narrazione inizia con una donna che racconta di quella notte lontana in cui, curiosando nella biblioteca del padre, trova delle vecchie lettere; da qui in poi Il Discepolo cambia il titolo in “La Matriosca della Slovacchia”.
Armatevi di pazienza e di coraggio, ne varrà la pena.