Dettagli Recensione
"Lasciate ogni speranza voi ch'entrate"
Inferno.
Finalmente, dopo il grande successo ottenuto con i romanzi precedenti, Dan Brown decide di mettersi nuovamente alla prova con una nuova Opera e.. che opera!
525 pagine bevute in 4 giorni e ciò solo grazie a questo autore che non finisce mai di stupire.
Sin dall’inizio questo tomo si prospetta come un fantastico e intrigante giallo storico ,il migliore che avessi mai letto: associazioni segrete, rimandi al ribollire delle acque melmose dello Stige , assassini, pochi segreti svelati e innumerevoli ancora da scoprire. E, come in ogni thriller degno di nota, non può mancare all’appello un vortice vertiginoso di interrogativi senza risposta.
Sono rimasto colpito prima di tutto dallo stile adottato dall’autore: oltre ai capitoli brevi che terminando sul più bello innescano nel lettore la voglia di continuare a leggere, anche i periodi molto brevi hanno un loro perché. Le frasi infatti, accompagnate da una punteggiatura attentamente misurata ,trasmettono a tratti, di pari passo con la narrazione, un senso di ansia, timore, sudore freddo… Tutte le sensazioni che anche il povero professor. Langton, protagonista assoluto della vicenda, prova nel corso di tutta la storia, a partire da quel traumatico risveglio in ospedale con il mondo intero contro di sé. Perché tutti vogliono annientarlo? Il lettore leggendo e meditando qualche soluzione inizia a orientarsi in “quella selva oscura”. Un'idea razionale inizia a prendere forma e cautamente tutto inizia ad avere un senso. E’ questo il momento in cui ho pensato mestamente che, forse, l’opera non era poi più così entusiasmante come l’inizio invece prometteva. Ma questi pensieri non hanno avuto il tempo di attecchire nella mia mente perché Dan aveva già giocato il suo asso dalla manica. Uno stravolgimento: le parti iniziano a scambiarsi. Tutto pare non aver più senso: il male si trasforma in salvezza e gli amici in acerrimi NEMICI. Una sensazione di smarrimento balugina nel lettore sempre più curioso però di rispondere ai propri interrogativi, ognuno con una risposta che si cela dietro un finale avvolto dalla speranza.
Inferno è un mosaico perfettamente composto, ricco di simboli e rimandi a un’appassionante arte medievale. Un viaggio estasiante tra i vicoli tortuosi della bella Firenze Dantesca e non solo! Un perfetto incastrarsi di segni iconografici da interpretare, immagini da scoprire e parole da soppesare che trasmettono un effetto di perfezione quasi irreale.Irrealtà che si contrappone a quello che, reale e concreto, si annida nascosto dietro a tutta questa simbologia; un problema terribilmente vicino e minaccioso che la suddetta “negazione” dell’uomo non vuole proprio accettare. La sovrappopolazione. “Inferno” quindi è un romanzo sì storico ma anche terribilmente attuale, capace di far riflettere su un problema che realmente è alle porte con un ghigno intimidatorio.
Insomma, questo libro, nonostante nelle ultime pagine il ritmo si sia leggermente allentato, non può deludere! Buona lettura.