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Scene da un delitto
Essere al centro dell'attenzione o ammirati è piacevole. Essere copiati, non per la pettinatura o il modo di vestire, ma per i delitti descritti nei propri romanzi può, forse, essere una dimostrazione eccessiva di dedizione e di affetto. E' Frank Føns il copiato, uno scrittore di successo e un uomo in bilico, dedito spesso alla scrittura in stato di ebrezza con un divorzio alle spalle e un'ingiunzione di allontanamento dalle proprie figlie. I suoi truculenti thriller stimolano un solerte lettore, che li riproduce nella realtà, mettendo in scena le sanguinose atmosfere descritte nei testi.
Su questa intrigante idea di base si sviluppa un romanzo attraente ma macabro, in un alternanza tra le descrizioni della vita personale di Føns, di come vengono realizzati i suoi libri e i suoi personaggi, e la caccia al killer seriale che copia gli omicidi nella realtà. Giorno dopo giorno, in accordo con l'azzeccata suddivisione principale dei capitoli, vengono raccontati i fatti, quelli passati e quelli odierni, caratterizzando il protagonista ed alcuni dei personaggi minori. E' lo stesso Føns a raccontare lo svolgimento degli eventi, anche i più drammatici, garantendo una “visione da prima fila” e un elevato coinvolgimento. Di contro, alcune scene risultano piuttosto agghiaccianti e truci, aggravate ulteriormente dalla doppia esposizione nei due filoni della trama, il racconto di come l'omicidio avviene nel romanzo e di come è messo in opera dal fans/killer. In un crescendo di efferatezza si giunge ad un finale ambiguo e criptico che lascia più dubbi di quanti ne risolva, dove la libera interpretazione è benvoluta, anzi necessaria.
Un cupo romanzo che mette in luce le vulnerabilità degli uomini e i meandri, talvolta oscuri, della mente umana. Senza biasimo e senza lode descrive azioni, talvolta solo sbagliate altre volte atroci compiute per rabbia, per futili motivi o per mera curiosità, lasciando al lettore la facoltà di giudizio. Sicuramente un libro basato su degne fondamenta per niente impreziosite dalle descrizioni delle scene inumane degli omicidi, che probabilmente se non completamente evitate, potevano essere ridimensionate.