Dettagli Recensione
Come sopravvivere agli zombie, secondo atto
Stesso luogo, stessi protagonisti: gli zombie.
All'Hotel 23 la pace non può durare a lungo: nuovi arrivi, Marines per la precisione, mettono a repentaglio l'apparente stato di tranquillità che gli inquilini dell' "Hotel" si erano creati.
Il nostro protagonista, "Kilroy" (non il suo vero nome, ma l'unico riferimento che abbiamo in questo diario per identificarlo), è costretto a rispolverare la sua vecchia divisa e a far valere tutta la sua autorità.
Cosa succederà da qui in poi?
Apocalittico, tanto quanto il primo episodio. Che altro dire? "Oltre l'esilio" mescola sapientemente una grande suspence e un ritmo incalzante, lasciando il lettore senza fiato. Il protagonista, ancora senza vero nome, è uno di noi, una persona che come noi ha dei sentimenti, nutre qualche speranza e sente la morsa della paura in ogni istante della sua esistenza in un mondo che lo desidera morto. In questo secondo capitolo, va delineandosi non solo un'interessante impresa, ma anche un profilo psicologico del personaggio alquanto interessante e......umano. Non vuole essere una battuta di cattivo gusto, anzi: troppe volte capita di leggere romanzi apocalittici in cui il protagonista non ha paura di niente e di nessuno, entra in azione, sconfigge i milioni di nemici e torna a casa trionfante. No, il protagonista di "Oltre l'esilio" è un uomo vero, uno che lotta contro la solitudine che porta alla pazzia, uno che soffre, che ha paura, che agisce sperando di non sbagliare; è anche vero che essendo un Marines non è certamente uno sprovveduto e credetemi se vi dico che il fatto suo lo sa. Pertanto siate pronti a tenere accanto a voi un block notes, perchè se volete lezioni di sopravvivenza, questo diario sa fornirvele.
Divagazioni e riflessioni personali a parte, ho trovato questo secondo romanzo di Bourne davvero ben scritto, avvincente ed appassionante; le descrizioni non sono mai troppo ricche di dettagli da far perdere il filo del discorso per la noia, anzi sono molto utili per spezzare un po' il ritmo travolgente e il susseguirsi degli avvenimenti.
Lo stile di Bourne è impeccabile, l'ho apprezzato in "Diario di un sopravvissuto agli zombie" e non posso che trovarlo nuovamente perfetto. Mi piace il suo saper rendere veramente reale questo romanzo, il suo saper tramutare il lettore nelle pagine del diario del protagonista: quando Kilroy scrive, riflette, registra...lo fa su di voi. É questa la sensazione che avrete e sarà esattamente come esser lì.
Il finale è davvero interessante e stimola alla lettura del terzo ed ultimo (per quanto ne so io) capitolo.
Inutile dire che la lettura è vivamente consigliata, soprattutto agli amanti del genere e a chi cerca una storia mozzafiato in un mondo che è come il nostro, ma che appartiene a loro.
Agli zombie.