Dettagli Recensione
Il tropicalista
Londra, New York, Port Mungo.
Port Mungo misero villaggio caraibico affacciato sul fiume, baracche di lamiera e bimbi che corrono scalzi avvolti nelle infinite tonalita' della loro pelle, impreziositi da quei sorrisi bianchi e quegli occhioni verdi che si tuffano tra oceano e mangrovie.
Spicca una bambina dall' abbronzata pelle diafana, e' nata lì, parla con loro, gioca con loro, mangia le stesse cose : Peg, l'acqua cheta che riluce riflessa su un destino di morte.
Jack e Vera, un amore malarico che non conosce cura, due pittori devoti all'arte e pronti a sacrificare qualunque cosa sul suo altare. Ma la liberta' di rendersi schiavi della pittura non e' un dono, bisogna guadagnarsela, riuscire a ottenere la comunione con se stessi, guardarsi dentro e buttare fuori, espirare la propria anima ed esploderla sulla tela, senza tremori.
Leggere PORT MUNGO e' prendere coscienza di un fatto increscioso e poi abbandonare il normare fluire della corrente del fiume, fare dietro front , l'acqua inizia a scorrere da valle a monte, senza capogiri ma con un senso di vuoto piacevolmente mostruoso e privo di punti cardinali, come il salto nel vuoto da un grattacielo. A prescindere dall'esito della caduta in PORT MUNGO si rivive il risucchio della forza di gravita' , cosi' come i personaggi del libro vengono attirati verso le deviazioni psicotiche della mente.
I suoi attori si rivelano catalizzanti e inevitabilmente atomici, che siano autodistruttivi o meno essi sollevano una nube radioattiva che diffonde un'eco maligna di lungo raggio.
E il tropicalista dipinge dal suo studio di New York, costi quel che costi le tele di McGrath si pagano care.
Intrigante, si legge voracemente, il ritmo si fa piu' incalzante pagina dopo pagina, buona lettura.
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Commenti
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ottimo commento!
avvincenta storia , pare.
Però non riesco a star appresso a tutti questi libri recensiti che potrebbero interessarmi.
Ciao
paola
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Complimenti ancora!
Un saluto
Dany