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King è sempre King
Potrei fermarmi al titolo di questo piccolo commento, basterebbe per andare sul sicuro con "Duma Key", un romanzo che sprigiona forze completamente Kinghiane dove lo scrittore va sul "sicuro" mettendo in mostra ciò che meglio sa fare. Sto parlando ovviamente della sua particolare arte di farti amare qualsiasi personaggio di un suo libro (si, anche Perse in questo caso), ma soprattutto della sua innata capacità di unire forti sensazioni malinconiche con orrori che a questo giro arrivano tutti assieme ma quando arrivano non perdonano. Lo si potrebbe dividere in due parti "Duma Key", la prima di "studio", la seconda di azione, la bellezza è che ovviamente una parte non può vivere senza l'altra, la seconda mette in ordine eventi in un crescendo da fiato sospeso. Come al solito leggo di un finale poco apprezzato, mi tocca andare controcorrente visto che mi piaciono gli epiloghi svolti come in questo caso.
E così ecco la sua capacità di scegliere un luogo e farlo diventare "mistico", l'apparente "vuoto" di un isola al largo della Florida diventa così scenario ideale di questa storia che è anche un racconto di speranza, sul come si debba sempre andare avanti per sconfiggere i propri mostri. Ennesimo romanzo lunghetto per King, ma come spesso accade durante la lettura vorresti che le pagine mancanti restino sempre tante. Realtà, mistero, orrore.
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Commenti
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Sto riscoprendo il Re, dopo 23/11/'63 e Joyland e dopo anni di "king interruptus"...
Bella recensione!