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JOYLAND
Quello che sto per affermare potrà risultare strano, ma questo romanzo mi ha ricordato tanto “Marina” di Zafon. Ho trovato JOYLAND molto particolare con un delle atmosfere diverse da quelle che ci ha abituato l’ultimo Stephen King. Sinceramente se mi avessero fatto leggere questo romanzo senza avermi rivelato il nome dell’autore non avrei sicuramente indovinato il vero artefice. Mi viene quasi da pensare che ci sia lo zampino di qualche bravo co-autore del “Clan King”.
A parte questa precisazione che mi sentivo il dovere di condividere, nel segno della massima trasparenza, vorrei sottolineare che il romanzo gode di una atmosfera magica dall’inizio alla fine; non tanto per la presenza di un ipotetico fantasma, ma più cha altro per il favoloso parco giochi di JOYLAND; ormai datato, ma ancora molto apprezzato dai più piccoli. Mi è sembrato quasi di ritornare indietro nel tempo, quando ancora bambino andavo al Luna-Park con i miei genitori. Tutto mi appariva stupendo e non avevo abbastanza occhi per guardare le moltitudine di luci, stordito dalle grida di divertimento delle varie attrazioni che arrivano da ogni parte. Visti oggi questi vecchi Luna-Park sembrano ridicoli; eppure qualche tempo fà erano per noi il massimooooo!
Questa stupenda sensazione mi ha portato a leggere questo romanzo con molto trasporto ed anche con un pizzico di emozione per il rapporto che si instaura fra il protagonista e il bambino, divenuto dopo poche pagine il fulcro del libro, facendo dimenticare il fantasma e tutto il resto.
Pur essendo un romanzo ispirato al magico, con un risvolto tinto di giallo, il messaggio che mi ha lasciato è comunque quello di vivere la propria vita al massimo delle proprie possibilità; non importa la durata ma l’intensità con cui si vive la propria vita
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hai espresso con onestà la tua opinione ed hai dato voce alle emozioni che la lettura ti ha trasmesso!!!