Dettagli Recensione

 
Inferno
 
Inferno 2013-08-04 23:53:19 Giulio Sorrentino
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Opinione inserita da Giulio Sorrentino    05 Agosto, 2013

Un Inferno di emozioni...

Ho appena finito di leggere Inferno di Dan Brown. Anche se un po' in ritardo, l'importante è comunque esserci.

L’idea che lo scrittore statunitense abbia scritto un romanzo ispirandosi all’Inferno dantesco ha da subito suscitato la mia curiosità. Avevo già in mente i precedenti successi come “il codice Da Vinci” ed “Angeli e Demoni” e le aspettative era alte.
Devo dire che l’esperimento è tutto sommato ben riuscito. La sacralità, la magnificenza, la gloria sempre verde di un’opera del 1300 catapultata negli anni 2000 ha consentito non solo di rivivere la cantica più bella de La Commedia (con tutto quello che rappresenta dal punto di vista letterale ma soprattutto storico), ma è stata il metronomo di una avventura che ha toccato luoghi affascinanti. Da Firenze a Venezia, fino ad Istanbul. Con tutto il carico di arte e storia che solo queste città sanno regalare. Monumenti, dipinti, religione ed organizzazioni internazionali fanno da sfondo ad un thriller mozzafiato. Il lettore si trova letteralmente balia di momenti che si alternano tra azione e riflessione; tra descrizioni tradizionali dei luoghi e retroscena noti a pochi; tra teorie fantascientifiche e problemi reali che spesso sono oggetto di negazionismo. E poi giù, con il valzer dei colpi di scena, scanditi dalla sottile differenza fra il bene ed il male.

Insomma Dan Brown, durante il racconto, da una parte far venir voglia di visitare questi luoghi, perché ti riempie di orgoglio sapere che - come ha ricordato in una recente intervista - mentre negli USA, ad esempio, qualcosa che ha 200 anni è storico, noi, invece, beviamo "il caffè, in tazze di 200 anni” e nelle nostre “strade e piazze si respira la stessa aria e storia che hanno respirato Dante, Leonardo e Michelangelo". Dall’altra, purtroppo, crea un forte senso di impotenza per via delle tematiche che tocca oltre ai sensati moniti che lancia. Il risultato è sentirsi piccoli e insignificanti di fronte all’inesorabile. Meglio: l’inarrestabile.

Un Inferno di emozioni che se potessero trapuntare il cielo darebbero vita ad una notte scintillante di stelle.

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