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This must be the house
Ad una lenta e lunga corsa verso la deflagrazione finale, preferisco che il botto inizi subito. Altro che antipasto e primo, passo immediatamente al secondo e prendo pure un bel contorno, poi va bene frutta e dessert. Voglio che il rock inizi con il riff, voce urlante e sezione ritmica a palla, poi la canzone può durare altri otto minuti di melodia soave e suadente. Sono contrario alle attese, soprattutto nella lettura, anche se i primi capitoli lasciano da subito presagire che poi ci sarà il Gran Finale. Al bando le introduzioni, così come le premesse, i prologhi, gli antefatti, voglio iniziare con la storia, restare incollato alle pagine. Per i riepiloghi da leggere nell’ultimo capitolo, mentre sorseggio un buon caffè, c’è tempo.
Quindi non posso che esaltarmi quando trovo il libro che parte come dico io, quello che non dici che superate le prime trecento pagine, poi inizia a farsi (finalmente) interessante, quello che ti tiene incollato fino alla fine. Se potessi incontrare Linwood Barclay vorrei proprio chiedergli come accidenti ha fatto a scrivere un libro così.
Diciamolo meglio, “Il vicino di casa” parte con un omicidio plurimo, i Langley, padre, madre e il figlio Adam, sterminati da un misterioso omicida, senza un motivo apparente.
Ma qualcuno ha visto. Derek, l’amico di Adam si è nascosto nel ripostiglio di casa Langley e aspetta che partano per le vacanze, poi potrà chiamare la sua ragazza e passare un po’ di tempo con lei. Una casa tutta per loro per una intera settimana quale posto migliore per imboscarsi?
Derek fugge appena in tempo prima di essere scoperto, ma senza riuscire a vedere l’assassino e decide di non raccontare nulla a nessuno. Ci vuole poco però prima che la polizia non scopra il suo segreto e lo incrimini di pluriomicidio.
A Jim Cutter, padre di Derek, non resta che iniziare le indagini per conto proprio nella disperata ricerca di indizi che possano scagionare il figlio e nel respingere l’insinuarsi dell’angoscia sottile che il pluriomicidio così assurdo ed inspiegabile non si possa chiarire invece con un tragico scambio di persone, anzi di famiglie, quella sua al posto dei Langley.
C’è anche tanta America ne “Il vicino di casa”. Nella voglia di riscatto di Jim, pittore mancato, costretto a fare il tagliaerba per sopravvivere, nella politica cafona e grossolana del sindaco Randall Finley, nella maturità da recuperare in fretta da parte di Derek, per fronteggiare la durissima esperienza cui è sottoposto, nella necessità di rimettere ordine nella comunità in qualunque modo da parte di Barry, il detective di Promise Falls, ma anche amico dei Cutter, e soprattutto, e qui il discorso si fa più generale, nel tenere nascosti a qualunque costo i propri segreti che non ti lasciano mai anche quando vengono inaspettatamente svelati.
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