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"Uno dei libri più belli che ho letto nel 2009"
Tra tutte le strane abitudini che mi caratterizzano c'è quella di scrivere su un quaderno le impressioni che ogni libro che leggo mi lascia: quello di cui vi sto per parlare l'ho definito "un libro bellissimo" e ho scritto una pagina piena zeppa di considerazioni.
Nel 2008 veniva pubblicato per la prima volta in Italia "L'ombra del vento", romanzo "d'esordio" di Carlos Ruiz Zafòn (è un esordio tra virgolette perché non è cronologicamente il primo scritto dall'autore).
La storia ha inizio una mattina del 1945 in cui il padre del nostro protagonista conduce l'undicenne Daniel nel Cimitero dei Libri Dimenticati, sito nel cuore della zona storica di Barcellona. Sono conservati all'interno di quest'enorme biblioteca tutti i libri che per un motivo o per un altro sono fuori produzione e quindi sconosciuti ai più: vien da sé constatare che il compito di questo luogo è quello di riportare alla luce i testi vittima dell'oblio.
Daniel qui ha l'opportunità di salvare un libro: la scelta ricade su "L'ombra del Vento" di Julian Carax, romanzo che legge tutto d'un fiato e che ama a tal punto da iniziare una ricerca di altre opere dello stesso scrittore. Scopre ben presto che il suo autore preferito in realtà è uno psicopatico che va alla ricerca dei propri romanzi per bruciarli, che si fa chiamare Laìn Coubert e che nei suoi stessi libri rappresenta il Diavolo in persona. Daniel inizia a indagare sul mistero che lo lega riportando alla luce storie di famiglie difficili, infanzie travagliate che hanno avuto ripercussioni spesso fatali, storie di incondizionata amicizia, lealtà e follia omicida.
La ricerca di Daniel dura un decennio e lo accompagna per tutta l'adolescenza fino al raggiungimento dell'età adulta. Ma non è finita qui, perché la ricerca mette in evidenza tutta una serie di eventi e circostanze che coinvolgono il giovane Daniel ma che sono simili a quelli della vita di Carax.
Il romanzo di Zafòn è avvincente e sebbene la trama metta in correlazioni diversi periodi storici si dirama con molta chiarezza e fluidità rivelando la straordinaria capacità dell'autore di districarsi nella fitta trama; a fare da contorno alla storia c'è poi una Barcellona sfiancata dalla guerra civile ma con le sue ambientazioni suggestive che aiutano non poco a creare un clima misterioso che vi accompagnerà dalla prima all'ultima pagina.
Quella che credo sia la capacità più rilevante dell'autore riguarda la caratterizzazione dei suoi personaggi: sebbene i romanzi successivi non siano così avvincenti quanto il primo, i personaggi restano una costante notevole. Ogni singola persona incontrata da Daniel nel corso della propria vita ha una storia più o meno felice che ci viene raccontata, e questo senz'altro aiuta a comprendere il perché di determinate azioni e sebbene spesso queste siano talmente riprovevoli da non poter essere giustificate quanto meno hanno un fondamento. E non è cosa da poco.
La trama, la location e i suoi protagonisti sono poi avvolti in una serie di constatazioni e massime sulla vita che vi faranno riflettere non poco e che vi spingeranno (come hanno spinto me d'altronde) a leggere tutti gli altri libri di questo autore.
Zafon ci dimostra come la passione per un libro e la curiosità verso il proprio autore siano un'arma a doppio taglio: non tutti gli scrittori sono onesti, non tutti originali e non tutti nella vita sono degli eroi.
Sono esseri umani, che vi aspettavate?