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Chiamate a freddo
 
Chiamate a freddo 2013-07-30 07:36:11 marccorazz
Voto medio 
 
2.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
2.0
marccorazz Opinione inserita da marccorazz    30 Luglio, 2013
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mimetismo

Un giovane pubblicitario emigrato da Seattle nell’Upper East Side di New York, si ritrova intrappolato in un lavoro di telemarketing part-time, che non è il suo, e in una relazione con una giovane donna di cui, in fondo, non è innamorato, ma che continua consciamente o inconsciamente a manipolare, pur di coprire le sue bugie. Tutta la storia “crime” si riduce al racconto che il protagonista, Bill Moss, fa al lettore della propria insoddisfacente condizione lavorativa e di relazione con la sua donna, nella continua estenuante ricerca di un nuovo lavoro nella pubblicità, che lo assorba completamente come una volta e che lo renda un uomo completo.
Poi, quando ogni speranza, per il lettore, sembra persa……..qualcosa finalmente accade. Ad un passo dal licenziamento per l’ennesimo ritardo al lavoro, si ritrova promosso ad assistente del capo settore, un uomo detestabile, infimo e razzista, che non perde occasione per denigrare le persone di colore. Tutto sembra volgere al meglio. Un nuovo lavoro, un impegno a tempo pieno e tante cose da fare che lo assorbono completamente. Ma….non è proprio così! La fantasia ossessiva di un rapporto con una prostituta lo logora e gli fa perdere interesse sessuale per la propria compagna. Finalmente si decide a soddisfare la sua fantasia e lo fa, in modo molto intelligente, con una prostituta che batte proprio vicino il suo ufficio. Un genio direi. E qui comincia l’inizio della sua fine….!!!!!
Preferisco non andare oltre, altrimenti svelo anche quel poco di interessante che rimane nel libro. Comunque, Bill si caccia in guai enormi da cui ne uscirà in modo a dir poco originale!!!!!!
Peccato, veramente un peccato che tutto ciò che di movimentato offra questo testo sia relegato nelle ultime venti pagine. Sembra che per tutto il racconto ci si prepari a qualcosa che……viene poi liquidato frettolosamente in poche pagine. Questa situazione mi ha ricordato un po’ il film “the blair wich project”, in cui per tutta la durata del film ho continuato a ripetermi “ora succederà qualcosa, ora succederò qualcosa, ora DEVE succedere qualcosa”, e che alla fine qualcosa è successo………è finito il film !?!?!?!
Se non fosse stato definito un crime, forse sarei riuscito ad apprezzarlo almeno un po’. Almeno l’avrei visto e considerato sotto un altro aspetto, un altro punto di vista. Ma così…! Non si può definire un crime solo perché nelle ultime pagine si dirottano le vicende del protagonista verso una torbida storia criminale, dedicandovi poche pagine, pochi particolari e liquidandola con un finale a dir poco sorprendente. Il crime è ben altro secondo me. Questo è solo un caso di mimetismo letterario.

Che peccato !!!!

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Commenti

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Concordo per la tua idea sulle caratteristiche che deve avere il genere "crime".. Il libro sembra una vera noia...
In risposta ad un precedente commento
marccorazz
31 Luglio, 2013
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....effettivamente lo è.....!!!!
Tutta la lettura è una continua attesa di qualcosa che.....non arriverà mai.
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