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Alla larga dalle ombre
…E voi ci credete che in questo mese con Caronte che impazza almeno nel sud Italia ci sia davvero così tanto freddo?
Il freddo subentra e pure forte fino alle ossa solo se leggerete “Freddo a luglio” di Joe Lansdale.
Scritto nel 1989 è uno di quei thriller un po’ western: con tanto di sparatorie, ferimenti, zampilli di sangue e calotte che si spappolano indossando stivali, cappello bianco e jeans sgualciti alla Roy Rogers; un po’ noir: uno sfondo psicologico molto combattuto tra i tre protagonisti quasi poco credibili, che però sotto l’effetto “Lansdale’s pulp” diventa una lettura che non abbassa mai il buon livello.
E’ una di quelle storie che sono raccontate bene e non si discute sull’azione incalzante e appassionante.
Quello che discuto è la storia, troppo pulp, troppo imponente, troppo dolorosa.
L’inizio è un classico Lansdale ambientato nel Texas, un omicidio per legittima difesa per opera di un brav’uomo che ama la sua famiglia, il caso per la Polizia è risolto, ma per Richard Dane invece è l’inizio della ricerca della verità, è l’inizio di un surriscaldato mese di luglio, entrano in ballo altri due personaggi che padroneggiano con il classico linguaggio che ti ruba una risata, ma pian piano come il freddo a luglio ti paralizza, ti spiazza. Sottilmente mi ha ricordato quel TG1 delle 20, di un lontano ottobre di diversi anni fa che trasmetteva le scene esplicite di pedopornografia e che è valso il licenziamento di Gad Lerner dalla Rai, io stavo vedendo quel TG e leggere questo Lansdale troppo semplice e sbrigativo mi ha un po’ ricordato lo sdegno di quella sera.
Eppure arrivata alla fine come sempre apprezzi Lansdale, per la sua schiettezza, per la sua semplicità, per il suo stile e per la capacità di far emergere spunti di riflessione, laddove in un primo momento pensi ci sia superficialità ti ritrovi una voragine profonda che ti mette di fronte a una scelta contraddittoria, quella di simpatizzare per un assassino e riconoscere l’antitesi di un autentico esempio di assenza di paternità e di troppo attaccamento alla paternità e quello sfondo di snuff movie che sovrasta e non finisce di girare e di stordirti fino alla nausea, insomma è una di quelle storie che un padre non racconterebbe mai a un figlio.
“La morte vista dal vero non somigliava affatto a come ci appare in televisione. Era sporca, puzzava e ti si appiccicava addosso come una brutta malattia”
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Commenti
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@Kair...sei un appassionato Lansdale...hai la mia stima!!!!
@Andrea
Grazie. Un Lansdale non si rifiuta mai!!
@June carissima!!
Non vedi l'ora di leggere una mia rece? Ma l'hai letta adesso tesoro...ho ancora la bocca che sa di pallini di piombo!! Ahahahahah
Grazie a voi :)
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