Dettagli Recensione
Meglio il vecchio Don...
Ho letto un po' di recensioni online su questo libro, anche alcune su questo sito, e la domanda che mi viene spontanea è "ma a voi è piaciuto veramente così tanto?". Cioè io Winslow l'ho conosciuto con "Il potere del cane" e poi con "L'inverno di Frankie Machine", e l'ho amato follemente. Poi ho letto "Satori", e c'è stato un calo, ma calcolando che non era proprio il suo genere, e calcolando che si è dovuto adattare ad un altro libro ("Satori" è il prequel di "Shibumi") ci poteva stare. Ma qua no. Questo romanzo a mio avviso è a malapena sufficiente, nulla più. È la storia di due ricchi e giovani ragazzi, Ben e Chon, che fanno un lavoro molto particolare, producono marijuana, la migliore della California. Vengono così notati da Elena, La Reina, boss del traffico di stupefacenti messicano che li vuole far lavorare per lei. Loro rifiutano inizialmente e così Elena per costringerli rapisce Ophelia, detta "O", amica (in senso intimo e promiscuo) dei due. Da qui si sviluppa tutto il romanzo, tra sparatorie, truffe, alleanze e tradimenti, tutto per liberare "O". Se già la storia non sia proprio originalissima, i personaggi e lo stile non aiutano il racconto. I personaggi, quelli che ne "Il potere del cane" e in "Frankie Machine" hanno fatto la differenza (sia per il loro carattere che per come venivano descritti) qui sono stereotipati e già visti. Raul e Adan Barrera nel "Potere del cane". Raul, il braccio, il tipo cinico, spietato, il problem solver. E poi Adan, la mente, colui che gestisce, organizza, decide, freddo e calcolatore. Riportati pari pari qui, Chon è Raul e Ben è Adan. Poi se ci fate un po' caso noterete anche un'altra classica, presenza, la "donna protagonista". Per "donna protagonista" intendo la classica presenza femminile (che ormai diventa monotona) stupenda ma al tempo stesso cinica e spietata presente in ogni romanzo di Winslow. E poi ultimo punto dolente, il cambio di scrittura presente in questo romanzo, simile al successivo Satori, ma completamente distante dai precedenti "Potere del cane" e "Frankie Machine". Qui lo stile è velocissimo, pagine e pagine bianche, capitoli composti da 3/4 frasi o in alcuni casi da una parola sola. Rende così molto l'immediatezza e l'azione del romanzo, ma a mio avviso si perde la bellezza della descrizione delle scene e dei personaggi che avevo reso fantastici i primi due libri. Questo stile, più veloce ed immediato, rende forse meglio in un film ma non molto in un romanzo (non per nulla l'anno scorso Oliver Stone ci ha fatto l'omonimo film). In sostanza se siete fan del Winslow de "Il potere del cane" difficilmente rimarrete contenti da questo libro, io onestamente preferisco il vecchio Don.
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Commenti
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Concordo con Michele sul fatto che ha proposto uno stile diverso, ma gli altri (non dimentichiamo La lingua del fuoco) erano di un'altra categoria!!
Ciau
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Se Winslow avesse fatto un libro sullo stampo de Il Potere del Cane o di Frankie Michinne saresti a dire "è una copia dei due capolavori"???
Io l'ho trovato dinamico, cattivo ed intrigante!
Io consiglio a tutti gli amanti dell'autore che modifica il suo stile ma, lascia immutate le proprie peculiarità pulp!!!