Dettagli Recensione
Tanta passione per l'arte, poca per i personaggi.
L'amore che Dan Brown prova per l'arte, la cultura e la storia è genuino, ed è travolgente. Che sia un dipinto, un manufatto, un edificio, o un poema, ogni oggetto è un tesoro che incorpora una storia, e perfino un'anima.
Anche in Inferno, questi oggetti meravigliosi sono le tappe di una frenetica e appassionante corsa contro il tempo, e solo se compresi nella giusta angolazione diventeranno alleati nella lotta contro il potente nemico di turno. Inoltre trovo coraggiosa la scelta di inserire il tema controverso della sovrappopolazione in un romanzo così commerciale.
Peccato che Dan Brown non provi evidentemente la stessa grande passione per le persone. I suoi personaggi non bucano la pagina, sono come attori che non sanno recitare, tanto che a volte sembrano essere solo dei pallini che corrono su una mappa. Ed è forse questo, unito a uno scarso senso dell'ironia, a creare una distanza e rendere la lettura meno coinvolgente. Giustificando così le critiche feroci di qualche lettore, per il quale emerge solo una presuntuosa pretesa pedagogico-turistica, o un indigesto sfoggio di erudizione.