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Autosufficiente
E' un libro autosufficiente: come certi organismi che non hanno bisogno di aiuti esterni per vivere, questo libro si auto alimenta grazie alla fama che gli astuti editori e gli scaltri pubblicitari hanno creato inizialmente. E' bastato usare infatti termini come "caso editoriale" e "nuovo genere letterario" per avvolgere il romanzo dello svedese con la nomea di capolavoro; i lettori, compreso il sottoscritto, hanno fatto poi il resto: più lo si acquista più scala le classifiche e più scala le classifiche più lo si acquista.
Di per se è un discreto libro a cavallo tra il genere giallo e il noir e la fredda e statica ambientazione del paesino svedese dove si svolge gran parte della storia è anche ben riuscita, ma se per gli editori furbacchioni si è di fronte a un testo che ridefinisce i canoni del romanzo moderno, agli occhi dell'attento lettore non può passare inosservato come anche questo scritto non sia scevro di tutti quegli aspetti negativi tipici del suo genere, a cominciare dalla protagonista femminile: giovane disadattata così incapace di relazionarsi con la società da rasentare l'autismo ma che all'abbisogna si trasforma in abilissima hacker, implacabile lottatrice e trasformista esperta in camuffamenti con una personalità, tra l'altro, così salda e forte da elaborare e superare da sola in un paio di giorni uno stupro in piena regola! Tutto troppo facile, troppo lineare, troppo banale .
E anche la trama a ben vedere lascia un po' a desiderare: "Uomini che odiano le donne" in realtà sono due romanzi in uno, con due svolgimenti distinti, due epiloghi diversi e un collegamento un po' raccogliticcio. La prima storia, tratta della vicenda personale del protagonista e serve soltanto da sfondo per la seconda e più importante, la vicenda della famiglia su cui deve indagare il suddetto protagonista. Ma se la storia principale per quanto scontata è piuttosto intrigante, quella secondaria sembra creata ad hoc dall'autore per rimpolpare un romanzo che altrimenti conterebbe si e no 300 pagine.E una volta risoltasi la principale si finisce di leggerlo per inerzia soffocando a stento gli sbadigli.
Nuovo genere letterario? Ma non scherziamo!
In due parole: un libro artificiosamente sopravvalutato.
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Commenti
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Per altro non sono d'accordo con quanto affermi: i tre libri fanno si parte di una trilogia ma sono usciti separatamente dunque ognuno, anche se collegati, deve stare in piedi (scusa la ripetizione) da solo e se non ci riesce, come nel caso della "storiella secondaria" vuol dire che o è l'editore ad aver fatto un errore o è l'autore. Sono propenso a credere entrambi. Comunque sia data la modalità di pubblicazione si prestano tranquillamente ad essere giudicati singolarmente.
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E' come se avessi valutato un libro letto solo per meno di un terzo della sua trama!