Dettagli Recensione
Promettente o promessa mancata?
Un libro sottovalutato. Se nella prima parte infatti, l'introduzione o antefatto che dir si voglia, è fin troppo banale e nell'ultima, il gran finale, è materiale per il rifacimento Bolliwoodiano della saga di Jason Bourne, il libro, nella parte centrale lenta, misurata e cionondimeno ricca di spunti è a dir poco sorprendente. Non tanto per l'indagine in se, non tanto per l'originale ma mal spiegato elemento parascientifico su cui sta in equilibrio (precario) l'intera trama, quanto per l'atmosfera che crea. Un atmosfera autunnale, fredda, misteriosa contrapposta a quella calda, protettiva e un po' malinconica che crea attorno a se il protagonista del romanzo. Un contrasto all'apparenza stridente ma in realtà perfettamente calzante e rappresentativo di un particolare fenotipo umano che si circonda del calore dei propri affetti per poter continuare a camminare nella freddezza del vivere quotidiano. E' questo dunque un libro che, seppur fin troppo canonicamente suddiviso in tre parti, riesce inaspettatamente a creare nel lettore quella sensazione di immedesimazione riflessa tipica della weltanschauung della "narrativa romantica". Attenzione non stiamo parlando di un capolavoro della letteratura moderna: è pur sempre un romanzo con molti aspetti negativi, vedasi per esempio il sopraccitato originale ma mal spiegato elemento parascientifico che rimanda all'ultimo stanco Michael Crichton o certi personaggi talmente stereotipati da risultare burleschi o, ancora, certi "effetti speciali" del finale a dir poco fumettistici, ciononostante in quella “accogliente” parte centrale, con quella particolarissima e calda atmosfera, l'autore riesce (speriamo volontariamente) ad elevare il romanzo a termine di paragone per la moderna narrativa disimpegnata.
Un romanzo che lasciava ben sperare per il futuro ma la strategia di regalare il volume a chi ne avesse commentato la banale prima parte non ha reso giustizia ne al romanzo ne all'autore.