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Un capolavoro
E' davvero difficile fare una discreta recensione di questo libro, non perché è orribile, anzi... perché è troppo straordinario, troppo bello, troppo emozionante.
Chiunque ha già visto il film (che a mio parere, è ben fatto e si avvicina davvero molto al libro), sa che questa è una storia davvero commovente, che riesce a prenderti dentro, nel profondo. Ogni volta che guardo il film piango, anche se lo conosco a memoria. Con il libro, ho riprovato tutte le medesime sensazioni.
La storia del miglio verde, nasce come serie di racconti, pubblicati settimanalmente. Stephen King sceglie questo metodo di pubblicazione, per invogliare i lettori, per aumentare la loro curiosità. Inizialmente non crede che il suo racconto possa avere successo, infatti spesso la sua idea viene accantonata per scrivere altri libri. Ci sta un bel po' di anni a concludere la storia, ma penso che il risultato sia più che ottimo.
La storia, ambientata negli anni '20, vede come protagonista un poliziotto, Paul Edgecombe a capo del penitenziario Cold Mountain. Ogni giorno ha a che fare con uomini rinchiusi per omicidio e che si stanno preparando per affrontare il loro ultimo “viaggio”, per arrivare alla sedia elettrica, Old Sparky (così la chiamano). Ma un giorno, arriva John Coffey al penitenziario, l'uomo più grosso, più nero e più strano che abbiate mai visto. Perché fa uno strano effetto agli occhi del protagonista?
Conosceremo numerosi personaggi, con tante storie diverse alle spalle. All'interno del penitenziario non mancheranno le amicizie. La superbia di alcuni protagonisti porterà ad un triste finale.
La storia è raccontata in prima persona, è una specie di flashback. Infatti, Paul (interpretato da Tom Hanks nel film), ormai anziano e rinchiuso in una casa di riposo, racconta la sua storia, degli anni passati al Miglio Verde.
Non voglio accennarvi nient altro, anche perché chi conosce il film sa già tutto. Penso sia più importante parlarvi del libro, piuttosto della storia.
Non chiedetemi come scrive Stephen King, perché non saprei commentare, dire che riesce a catturare l'attenzione del lettore è poco. Riesce a dettagliare qualsiasi cosa, rendendola nitida alla mente. Non rende assolutamente la lettura noiosa, tutt'altro. Usa una scrittura chiara e lineare.
Il miglio verde è davvero un librone, ma leggendolo passano velocissime le pagine, senza che te ne rendi conto. Sono circa 550 pagine, ma riuscirete a leggerlo davvero in poco tempo. Ti ritrovi alla fine, svuotata. Questa storia, riesce a farti provare tutti i tipi di emozioni: felicità, divertimento, suspance, terrore, odio e purtroppo, sofferenza.
Lo consiglierei 40000 volte. Ovviamente a dei lettori più maturi e soprattutto agli amanti dei thriller. Non potete perdervi una lettura come questa!
Era il primo libro di King che leggevo e penso proprio di voler leggere qualche altro suo libro.