Dettagli Recensione
Prevedibile
Tutto come previsto, anzi peggio: se Ken Follett è uno dei pochi autori popolari che coi suoi libri può aspirare a trascendere la classificazione commerciale con "un luogo chiamato liberta" sicuramente vi si re immerge fino alla cintola. Un plot banale condito da personaggi e dialoghi altrettanto banali. Neppure il piano temporale, l'ambientazione storica tanto cara all'autore e così ben caratterizzata in altri suoi lavori, servono infatti a risollevare le sorti di un romanzo che sembra ideato più per necessità editoriali che per effettiva ispirazione. A poco servono anche gli approfondimenti sui costumi sociali dell'epoca gettati qua e la, stile rivista, giusto per dimostrare di aver fatto i compiti: troppo superficiali, comuni e ancora una volta banali.
Certo, se affermassi che sono 400 pagine da buttare peccherei di faciloneria, a tratti la narrazione scorrevole diletta e intrattiene, ma anche la più piatta e becera fiction Rai qua e la può avere spunti interessanti. Da Ken Follett è lecito aspettarsi qualcosa di più.
...E' lecito?
Se questa fosse stata una delle prime opere dell'autore si poteva anche capire, ma "I Pilastri" erano già usciti nel '95.
Per fortuna la bibliografia dell'autore ci insegna che dopo questa usciranno storie migliori, meglio architettate, più profonde e significanti, storie che gli permetteranno di risollevarsi e in punta di piedi, con strenui sforzi ai polpacci, farlo tendere a quell'echelon di autori che aspirano a qualcosa di più che essere in vetrina coi loro testi nelle cartolerie lungo mare assieme a tre materassini e un paio di ombrelloni.
Basta dare un’occhiata alle sue opere recenti per capire che sarebbero arrivati tempi migliori; letto questo libro, superato lo scoglio, resta comunque difficile scrollarsi di dosso il demone che vuole recludere Follett nel recinto degli autori venduti ad acquirenti con le ciabatte insabbiate, gli occhiali da sole e un' abbronzatura da weekend.