Dettagli Recensione
Forse è meglio lasciare in pace il povero Dante!
Inferno è uno di quei libri che possono essere conosciuti già leggendo il nome dell'autore.
Dan Brown.
Lo scrittore nordamericano ha avviato un vero e proprio filone di thriller-storico-scientifici che fin da subito hanno conquistato grandi fette di pubblico grazie ad una trama avvincente, ambientazioni suggestive e polemiche religiose.
Tuttavia, se a mio parere con "Il Codice da Vinci" e "Angeli e Demoni" Dan Brown ha scritto due romanzi ben costruiti e godibili, pur con svariati errori ed invenzioni storiche, qui non ci siamo proprio.
Passi l'ammiccamento a Dante che fa da titolo al romanzo ma che poi non ha poi tutto questo ruolo nelle vicende narrate, passi il coinvolgimento della WHO, grande organizzazione internazionale, ma il libro fatica a conquistare. La trama è assolutamente ricalcata su quella dei precedenti: fuga da un cattivo misterioso, enigmi cervellotici da risolvere ( e spesso insensati direi, chi mai lascerebbe tracce su dipinti e architetture di mezzo mondo), solito personaggio femminile che fa da coo-protagonista, solito pericolo per l'umanità . Insomma tutto quello che Dan Brown ci ha già mostrato viene qui riproposto, anzi vi è l'aggravante di un intreccio spesso forzato e davvero poco credibile. Salvataggi impossibili, coincidenze davvero miracolose e chi più ne ha più ne metta. Non che si possa pretendere da un romanzo del genere un ossequioso rispetto del reale ma a tratti si sfiora il ridicolo.
Positivo lo stile, godibile e chiaro. Bellissima l'ambientazione di Venezia e Firenze che l'autore rende molto bene, forse vale la pena acquistare il libro solo per conoscere meglio questi splendidi gioielli italiani. Mi è piaciuto? Nì.