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"Uomini che odiano le donne" di Stieg Larsson
C'è qualcosa di deliziosamente squisito in questo giallo del ormai defunto giornalista. Ogni singola persona, ogni singolo fatto e oserei dire ogni singola parola è dove dovrebbe essere e non rimane lì campata per aria. Larsson ci offre un godimento per la mente e un intrattenimento divertente e ricco di suspense come pochi sanno fare. Che possiamo dire della caratterizzazione dei personaggi ? Be', ricordo pochi esempi riusciti come questo; personaggi che con le parole diventano belli e intriganti e che non lasciano trapelare niente di scontato lungo tutta la trama. Le sensazioni che essi provano ci fanno compagnia nelle seicentosettantasei pagine di cui questo libro è composto, e sembra di viverle sulla nostra pelle: come non citare la scena in cui Mikael viene quasi torturato ? Oppure quando Lisbeth presa dalla collera e dall'ira maltratta l'avvocato Bjurman e lo punisce per i suoi errori ? Tutte scene che ci si presentano agli occhi e ci lasciano senza fiato per l'adrenalina racchiusa in essi.
Passando a un altro argomento, oserei intrattenervi con la sequenza temporale del libro. Ogni capitolo non ha un nome ma bensì è nominato in base all'arco temporale che ricopre. Dal mio punto di vista per un giallo non c'è cosa migliore di questo. E' come se fosse un caso realmente esistito: lo scrittore si impersona nel protagonista, in questo caso Mikael, e intraprende un percorso di ricerca e scoperta, che si conclude con la risoluzione di ben due casi. Il primo, che occupa la maggior parte del romanzo: la scomparsa o presunta morte di Harriet Vanger, mentre il secondo il caso Wennerström, che invece viene trattato solo nelle prime pagine e nell'ultima parte del libro. L'incredibile risolutezza che caratterizza i personaggi è uno dei fattori che mi ha affascinato di più. Il protagonista, comproprietario di un giornale, e la sua aiutante, un hacker di fama nazionale (almeno sul web del romanzo) che si atteggia a dura ma che sotto sotto ha un cuore dolce, che si fa sciogliere dal temerario giornalista. Ho apprezzato sia il protagonista, per il suo senso della giustizia e tenacia nel svolgere il compito a lui assegnato, e la sua aiutante, la quale è come se impersonasse il grido di molte donne sottomesse in Svezia. In particolare di Lisbeth ho notato l'instancabile voglia di voler essere presa in considerazione e di essere trattata e accettata per quello che è. Nonostante sia così dura, forte, temeraria e sola, nasconde un ego che ha delle debolezze. Debolezze che non sfuggono a Mikael, e che da lui vengono rispettate e ammirate, tanto da definirla una ragazza "singolare". Una caduta di stile, a mio non modesto parere, e che riguarda il protagonista, è il fatto di essere, per così dire, uno scapolo che si dà alla bella vita. Nella sua acutezza e comprensione delle cose, mi è dispiaciuto che abbia avuto questa caratteristica nel budget. Per il resto e per gli altri personaggi non trovo niente di strano o di brutto degno di essere scritto in questa recensione, a parte per l'antagonista. E' strano come Larsson si sia soffermato su ogni dettaglio, concedendo ampio spazio a tutte le singole cose (basti pensare ai tramezzini o tutte le volte che Mikael andava a correre), e invece non si sia curato di riservare qualche ritaglio per l'antagonista, che è praticamente sempre assente se non nell'Epilogo, dove viene tenuto d'occhio col cannocchiale, il quale ci indica le sue azioni in modo spicciolo e superficiale. Quindi, escludendo la caratteristica di Mikael e il fatto che l'antagonista sia stato enormemente trascurato, non ho nessun difetto da scrivere.
Leggerò sicuramente gli altri due romanzi della saga e che sono certo mi intratterranno in modo piacevole e con il fiato sospeso tanto quanto questo libro. Una cosa che ho notato e che voglio scrivere, è che nonostante lo scrittore sia un giornalista, la sua scrittura non ricorda per niente la superficialità e la schematizzazione che si addice a quel lavoro, anzi, Larsson si è soffermato nei dettagli approfonditamente, e soprattutto non annoiando e non cadendo nel ridicolo, e questo fa di lui un ottimo scrittore. Le scene si susseguono, una dopo l'altra con una velocità apparentemente elevata, ma che se osservata è scritta nella maniera migliore possibile. Un altro punto a favore di questo romanzo è la caratterizzazione dell'ambiente e della storia, con riferimenti alla vera Svezia (sono infatti ricorrenti) che aiutano ad ambientarsi meglio e a tastare le acque lungo tutta la trama. Tanto per fare un esempio, la descrizione della città in cui risiede la famiglia Vanger con altrettanto disegno della mappa.
Per concludere, affermo che il libro è alla portata di qualsiasi persona, specialmente per lo stile di scrittura semplice e scorrevole, che fanno di questo libro un giallo coi fiocchi. Direi che la fama acquisita la Larsson, nonostante sia morto e che prima tanto malgiudicavo (ah! i pregiudizi), è cambiata nei sei giorni in cui ho letto questo romanzo. Come già detto, la suspense è all'ordine del capitolo e i colpi di scena non mancano. Tutti questi fattori, fanno di "Uomini che odiano le donne" un buon libro, degno di essere chiamato tale e di essere letto.