Dettagli Recensione
Suonare il pianoforte
“Le racconto una cosa che ho letto alcuni mesi fa”, continuò Semira.
“E cioè di come in Spagna non poche persone si sbarazzano dei cani.
Li impiccano agli alberi. Ma non in modo che muoiano presto. Li appendono così che gli artigli delle zampe posteriori riescano ancora, sia pure a malapena, a toccare terra. Questo ritarda il sopraggiungere della morte. I cani si dibattono per delle ore prima di morire.”
Leslie deglutì a vuoto.
“E sa come lo chiamano” chiese Semira. “Gli Spagnoli?”
“No”, disse Leslie.Un no che le uscì talmente stentato da risultare quasi incomprensibile.
“Lo chiamano far suonare il pianoforte”, disse Semira.
“Perché i cani nello sforzo disperato di tenere la punta delle loro zampe a contatto con il terreno e sottrarsi allo strangolamento, continuano a spostarle in qui e in là. Sono movimenti simili a delle dita di un pianista.
Leslie rimase in silenzio.Inorridita.
“Già” proseguì Semira, “è stata proprio questa definizione a colpirmi tanto.”Non solo il fatto in sé che li uccidano in quella maniera. Ma il nome che danno a quel gioco crudele. Forse percepiamo maggiormente l’intera violenza del male non là dove si manifesta con ottusa brutalità, bensì là dove la brutalità è accompagnata dal cinismo,perchè si constata che è coinvolta l’intelligenza.Ed è quasi insopportabile dover ammettere che vi sono uomini che fanno certe cose con intelligenza.
Questo thriller mi fa pensare ad uno di quei giochi col labirinto che si trovano nelle riviste di enigmistica; nella casella in alto a destra c’è l’assassino circondato dal labirinto, in basso ci sono decine di entrate e possibili percorsi per raggiungerlo,ma solo uno è quello giusto che porta al killer, gli altri percorsi servono ad ingannare il giocatore.
Siamo in Inghilterra a Scarbororough, paesino della provincia londinese.
Una notte, nella brughiera, viene brutalmente assassinata una bella baby sitter, Amy Mills che , finito il suo lavoro, stava tornando a casa. Qualche tempo dopo, sempre nella stessa brughiera, sempre in una notte di tregenda viene assassinata un’anziana, Fiona Barnes.L’ispettrice Valerie Almond insieme al fido agente Reek viene chiamata ad indagare; spera di fare presto e bene, meglio dei puzzoni di Scotland Yard. Ma i casi sono complicati, si tratta di un serial killer? Di uno squilibrato della zona o un pazzo di passaggio? Oppure si tratta di due omicidi ben distinti?
La vecchia Fiona, la sera prima di morire, era stata ospite di amici in una fattoria fuori città. Fiona , quella sera, aveva cenato col vedovo Chad Beckett, del quale era stata in gioventù amica e amante. La cena era stata offerta per festeggiare il fidanzamento di Gwen, figlia di Chad, col giovane professor Dave Tanner. Questo Dave, era profondamente odiato da Fiona, che quasi come una madre apprensiva, aveva fatto indagini su di lui scoprendo la sua natura di truffatore e imbroglione quindi, temendo che il suo amore per Gwen nascondesse in realtà solo mire sulle proprietà dei Beckett, quella sera aveva avuto un alterco violento con lui e aveva smascherato il professore di fronte a tutti gli ospiti.
Dave , cinico ma orgoglioso, era andato via, ma quella sera non fù l’unico ad allontanarsi. Altri due ospiti, amici della famiglia Becktt, Colin e Jennifer Brankley ambigui e nemici di Fiona lasciarono anzitempo la tavolata. La stessa Gwen, in lacrime, abbandonò la festa. Tempo dopo, Leslie Cramer, la figlia legittima di Fiona, trovò tra i file del computer della madre un memoriale. In questo racconto era svelata la vera natura che aveva legato Fiona al vecchio Chad e alla fattoria. Nel 1940 in piena guerra, Fiona, ancora bambina, viene spedita con altri ragazzini nelle fattorie della campagna inglese. Fiona non è sola, l’accompagna un pischello, un certo Brian, tratto in salvo da una casa bombardata come unico superstite della famiglia Somerville. Il trauma della perdita di tutto aveva reso Brian muto e ritardato; sul treno che trasporta i bambini evacuati elegge Fiona a sua novella sorella e le si “appicica” come una figurina alla pagina di un album.
Emma Becket(madre di Chad) convince le volontarie della Croce Rossa a lasciarle in affidamento i due bambini.Fiona diventerà, come si è raccontato in precedenza amica di Chad, e i due saranno, durante tutti gli anni del soggiorno “forzato” della ragazzina, sempre seguiti come un ombra bisognosa di affetto da Brian che i due cinicamente chiameranno Nobody, signor nessuno, proprio a sottolineare l’inconsistenza , secondo loro , della presenza, della vita, di questo povero ragazzino.
Questo romanzo è anche un viaggio nella gretezza umana, nell’egoismo più becero, alla fine è solo dando identità a “Mister Nessuno” che si potrà capire molto di più che il semplice nome di un assassino.
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Quelli che sanno scrivere solo un certo tipo di libro, guardano le classifiche e ascoltano gli editor e il conto in banca(penso a quelli stranieri perché agli italiani tocca fare un altro mestiere per vivere). Quelli che scrivono perché hanno il fuoco sacro dentro e sanno scrivere di tutto, i mostri sacri, e scrivono poche cose molto significative: pochissimi. Quelli che sanno appena scrivere, sono bravi a intuire e sviluppare un'idea vincente,che non leggono e non ascoltano niente e nessuno, si credono scrittori perché il mondo di stampatori (non Editori, pochissimi anche questi) glielo fa credere.
Io ne ho letti alcuni della Link e mi piace in linea di massima , però non fanno parte dei libri che compro e che citengo ad avere li ho presi quasi tutti in biblioteca , sono ottimi sotto l'oombrellone, questo non per denigrarli, non e' il mio intento, sono romanzi incalzanti scritti bene e tengono buona compagnia .
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