Dettagli Recensione
L'Inferno secondo Dan Brown
Robert Langdon ritorna in azione. In Italia. Con esiti altalenanti.
Il professore di simbologia si ritrova catapultato a Firenze, senza memoria e in una faccenda che può avere delle ripercussioni gravi non solo su di lui ma addirittura sull'intera umanità.
Firenze ovvero la città di Dante: parte la caccia al tesoro attraverso indizi più o meno nascosti che prendono spunto dalla Divina Commedia e in particolar modo, come suggerisce il titolo, dal libro dell’Inferno.
Ho letto il romanzo in pochi giorni, l'ho trovato piacevole e consiglio la lettura perché è interessante e non presenta momenti di stallo o di noia. Sicuramente un punto a favore del libro è la grande attenzione che Dan Brown rivolge alle opere di Firenze e non solo.
La descrizione delle architetture, i cenni storici sono notevoli e fanno sorgere spontaneamente la voglia di visitare quei luoghi. Anche l'argomento trattato risulta interessante e quanto mai attuale. Il tema della sovrappopolazione mostra l'intenzione dello scrittore americano non solo di discostarsi da opere concepite solo da una grande fantasia ma che risultino più vicine al lettore e alla realtà, qualcosa di cui si possa argomentare senza suscitare dibattiti in televisione o scomuniche dal Vaticano.
Tuttavia l'impianto è ormai troppo prevedibile. Langdon che risolve indovinelli apparentemente senza senso e che cerca di aiutare le maggiori organizzazioni mondiali è qualcosa di già letto, oltre che visto. Penso che non basti più una semplice caccia al tesoro per far catapultare le persone in libreria. Ci vorrebbero nuove idee, qualcosa che esuli dal solito intreccio banale e da un finale in parte noto sin dall’inizio.
Il romanzo si lascia comunque leggere facilmente grazie ad uno stile asciutto e veloce e ad una ripartizione dei capitoli azzeccata. Non troverete mai capitoli di decine di pagine ma al massimo di sei o sette.