Dettagli Recensione
URSS - Afganistan - USA
Eccomi alle prese con un sequel di un libro che mi ha stupito ossia ‘Bambino 44’, un libro conclusivo di una saga che ha visto come protagonista l’agente sovietico Leo Demidov . La storia si sviluppa in un arco di tempo che va da metà anni 60’ a metà anni 80’: ritrovo il ns agente come ex agente. .. con la moglie e le due figlie adottate che svolge una vita apparentemente normale nella URSS comunista: più impegnata nel Regime è la moglie che ora è una insegnante importante, la quale riceve un’importante incarico ‘diplomatico’ negli Stai Uniti. Il ns Leo ora ‘imprenditore’ intuisce la pericolosità dell’iniziativa anche perché vi parteciperanno le figlie: si intuisce subito che sotto la facciata di un’incontro tra studenti dei due paesi nel periodo della Guerra Fredda si nascondono ben più subdole intenzioni di regime. Tom Rob Smith introduce nella storia anche un altro regime, quello americano, che in quegli anni reprime pesantemente chi ha pensieri ‘comunisti’ in maniera inaspettata, violenta: durante questo incontro viene ucciso un cantante di colore americano filo comunista ma soprattutto la moglie adorata del ns Leo e viene coinvolta anche una figlia. Compare il misterioso Agent 6… insomma la storia insegna che ci sono cattivi anche tra i buoni… Qui la storia si evolve in maniera inaspettata, Leo cercherà la vendetta tornado a fare l’agente segreto, vuole andare negli States per capire cosa è successo, non ci riesce e preso dalla disperazione si ritrova in Afganistan, oramai vecchiotto e drogato di oppio… Percorso tortuoso, sappiate che il ns eroe ritroverà se stesso, salverà altre vite.. fino a disertare per finalmente arrivare in USA… Qui finalmente troverà la pace scoprendo finalmente Agent 6 e trovando la sua vendetta morale e una fine adeguata alla sua vita fin troppo movimentata. Forse le aspettative dopo Bambino 44 erano troppo alte: la storia ha troppi salti temporali, troppo forzature, troppe guerre, troppi agenti… Certo non manca l’azione e alcune pagine della vita Afgana sono anche molto belle, ma il libro nel suo insieme non convince appieno: anche alcune descrizioni dei personaggi (es il cantante filo comunista) appaiono fin troppo dettagliate, quasi noiose. Secondo il mio modesto parere salverei solo il capitolo afgano. Anche le ripercussioni politiche che nel libro precende si nascondevano tra le righe, non scompaiono ma si affievoliscono di molto: i russi restano molto cattivi, gli afgani quasi buoni, gli americani buoni ma... con tanti, troppi segreti. Da consigliare solo per concludere la saga di chi ha amato Bambino 44. Buona lettura!
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Commenti
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Fortunantamente però la tua recensione l'ho letta dopo aver finito il romanzo...la prossima volta ricordati di mettere "spoiler" all'inizio.
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Grazie a te...
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