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“L'uomo non è in verità uno ma duplice”
Il regno della regina Vittoria Hannover (1837-1901) segna l'apogeo della potenza britannica. Con colonie in tutti i continenti conosciuti, con il monopolio dei commerci l'Impero inglese diventa il centro dell'economia globale e la sua ricchezza si riversa nelle scienze, nelle arti, nella musica e nella letteratura con personaggi del calibro di Charles Dickens e Oscar Wilde. Tuttavia la società vittoriana non è priva di problemi: in primis il divario economico tra alta borghesia con il suo positivismo e il proletariato che vive in condizioni infime e degradate e lo sfruttamento del lavoro giovanile (vedi Oliver Twist) e degli operai che operano in fabbriche-prigioni privi di ogni tutela. Tuttavia anche la morale inglese dell'epoca non è immune da critiche: l'eccessivo moralismo e perbenismo con rigidità puritana domina e cerca di nascondere l'ipocrisia di fondo della società. Ma tale meschina verecondia è divenuta intollerabile in quanto reprimendo le richieste della carne ne esaspera il bisogno portando a effetti contrari a quelli ricercati che si esplicano nei numerosi scandali del regno dell'austera Vittoria. Ed è proprio questo che vuole mostrare Robert Louis Balfour Stevenson (1850-1894) con il suo breve ma pregnante racconto: “The strange case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde”.
In una Londra ovattata e autunnale, il rispettabile e abitudinario avvocato Utterson sta passeggiando (come ogni domenica) con suo cugino, Mr. Enfield, quando quest'ultimo, di fronte ad uno spettrale fabbricato in degrado,inizia a raccontare al suo caro uno strano caso accadutigli in quel luogo una notte di poche settimane prima: un uomo basso con il passo leggero si scontra accidentalmente con una bambina la quale calpesta e lascia piangente e dolorante sulla strada ma egli viene ripreso da Mr Enfield che lo obbliga a risarcire la famiglia della fanciulla. Questo uomo, Mr Hyde, è un personaggio tenebroso, indescrivibile ma che provoca in ogni persona nelle vicinanze disgusto e ribrezzo nonostante non abbia (all'apparenza) alcuna deformità. Ma il fatto ancora più strano è che ripaga la propria colpa con un assegno firmato dal rispettabilissimo e onorato Dr. Henry Jekyll, migliore amico di Utterson.
Costui,allora, comincia a preoccuparsi in quanto teme che il suo amico sia succube di questo disgustoso Hyde che lo ricatta rievocando una qualche vergogna giovanile del dottore. Così il nostro avvocato comincia ad approfondire il caso e in un crescere morboso di omicidi e orrori strettamente connessi scoprirà l'agghiacciante verità sul rapporto Dr. Jekyll-Mr. Hyde...
Stevenson con uno stile fluido e scorrevole ci introduce, nel fosco sfondo da gothic novel che si rispetti, all'interno della psiche dell'apparente probo, retto, integro Dr. Jekyll mostrando il dramma che lo lacera: egli non è il “bene”, ma come ogni essere umano, è un “incongruo miscuglio di bene e male”, influenzabile, fragile, soggetto agli impulsi più disparati. Però a causa dei tabù della società in cui vive (ecco l'attacco al puritanesimo vittoriano) è costretto a celare i suoi riprovevoli impulsi rendendoli ancor più forti e finendo per esplodere. E qui entra in gioco Mr Hyde che dà invece sfogo con centuplicata violenza ai desideri insiti nello spirito di Jekyll. Tuttavia noi umani, che siamo tutti più meno dei Dr. Jekyll ,nonostante l'iniziale orrore, siamo - come afferma giustamente Vieri Razzini- attratti dalla libertà senza limiti, senza barriere, senza censure di Hyde che non ha alcun rimorso dei propri misfatti e che non prova l'opprimente desiderio del proibito contrastante ai sensi di colpa- i quali accompagnano ogni cattiva azione- dei Jekyll.
Perciò per la chiarezza e l'intensità dei contenuti, che non si incentrano sulla ormai banale lotta tra Bene e Male ma sulla fragilità della complessa natura umana, e per il ben congegnato ritratto psicologico, consiglio caldamente questa brevissima opera, nata nel 1886 in seguito all'incubo di un uomo insofferente - come Dr. Jekyll - dei stolti precetti della morale pudica e austera della società egoista e ipocrita a lui contemporanea per certi aspetti ( soprattutto per l' individualismo e l'affettazione) ancora affine alla nostra. Buona lettura!
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Commenti
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@CUB: te lo consiglio vivamente anche perché è breve e si fa leggere speditamente, nonostante le forti tematiche. Un vero è proprio gioiellino!
PS: povera Antoinette!
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