Dettagli Recensione
Sempre perfetto Don
Eccomi ancora con l'ennesimo libro di Don Winslow tra le mani, ormai ho deciso che li leggerò tutti e quindi tra un libro e l'altro uno suo ce lo infilo sempre. Stavolta ho deciso di non andare sul classico Winslow, droga e mafia, ma sono rimasto incuriosito da questo prequel ambientato nella Cina degli anni 60. Dico prequel perché, come spiega lo stesso autore nell'introduzione, quest'opera con protagonista Nikolaj Hel, non è altro che il prequel del più famoso Shibumi di Trevanian, romanzo amato da Winslow (che addirittura rivela che da giovane aveva imparato a giocare a go con i suoi amici solo per emulare le gesta di Hel). Così su proposta di un suo amico, Wislow accetta la scommessa e decide di scrivere questo prequel. La storia parla appunto di Nikolaj Hel, una giovane spia di origine russa che dopo un periodo di prigionia viene rilasciato a patto di compiere una missione per i servizi segreti americani. La missione è quella di uccidere Vorosenin, generale russo di stanza in Cina, e per fare questo deve spacciarsi per un giovane imprenditore francese. È proprio durante questo addestramento nel sud della Francia che conosce Solange, sua insegnante di francese e in seguito sua amante. Alla fine dell'addestramento Hel parte per la missione, giurando a Solange di tornare. Logicamente, in classico stile Winslow, la missione non sarà per nulla lineare, ci saranno tradimenti, colpi di scena, fughe rocambolesche, decine di scene di lotta (Hel è un esperto del corpo a corpo a mani nude e può uccidere una persona con un solo colpo della mano), e infine c'è l'amore. Stupendo il colpo di scena finale con la comparsa a sorpresa di Solange. Lo stile è sempre quello tipico di Winslow, compreso quello che per me è la sua punta di diamante, la presentazione dei personaggi, sempre descritti in maniera minuziosa, sia dal punto di vista fisico che, soprattutto, da quello morale e intellettuale. Nessun personaggio nei suoi romanzi è mai di troppo. Anche stavolta Winslow non mi ha deluso, nonostante fossi abituato a vederlo tra mafia, droga e criminali italoamericani, devo dire che anche in questa spy story, atipica per lui, si comporta più che bene. Se Trevanian avesse letto questo prequel sono sicuro che l'avrebbe apprezzato.
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