Dettagli Recensione
Peccato
Questa volta non ci siamo proprio. Se avevate apprezzato la fantasia ed il genere innovativo di Dan Brown ne "Il Codice da Vinci", rimarrete delusi, sia dallo stile narrativo veramente pessimo che da una racconto che fa acqua da tutte le parti.
Non mi dilungherò raccontandovi la trama, sia perché la potete trovare comodamente qua sopra, sia perché non è degna di nota.
Ciò che maggiormente ho apprezzato del romanzo è stata l'ambientazione a Firenze, dovuta soprattutto alla collocazione delle opere di molti personaggi storici che l'autore intreccia nella fantasia della trama, dove Brown ci accompagna in una visita guidata, con descrizioni abbastanza dettagliate, delle principali chiese e musei. Come non poter apprezzare l'inserimento di Dante nella trama, con addirittura alcune rielaborazioni dei suoi versi, peccato però che l'autore non è stato in grado di sfruttare l'enorme opportunità che aveva tra le mani. Spero che almeno sia un pretesto per avvicinarsi alla lettura della “Divina Commedia”.
Per il resto i personaggi principali sono piuttosto banali, mentre i secondari servono solamente per unire i passaggi di scena. Tutto questo lo si può già constatare nei primi capitoli, dove Sienna ha appena assistito alla morte del suo amico/collega, dopo qualche minuto si concede spensieratamente commenti banali sull'aspetto attraente di Robert Langdon. Tralasciando i difetti di Sienna, Brown non si dimentica di elencarne i pregi, un enorme quoziente intellettivo, una ragazzina prodigio che sfugge agli agenti dell'investigativa, ma quando viene posta di fronte a dei banali indizi non riesce a costruire nessuna analogia tra di essi, nonostante un lettore con un QI medio ci riesca molti capitoli prima.
Ovviamente non potevano mancare le teorie catastrofiche e lo scienziato pazzo che vuole cercare di uccidere 3 milioni di persone, ma non aveva ancora calcolato che Robert Langdon lo avrebbe “scoperto”.
Parlando del libro, non è possibile non ricordare tutti i personaggi storici e le teorie realistiche che l'autore rielabora per allungare la trama e rivolgersi a quella fascia di lettori che si emoziona al parlare di misteri, sette segrete e virus letali.
Le descrizioni dei principali luoghi turistici italiani si alternano alle scene d'azione per tutta la durata del romanzo, nel senso che durante una fuga Brown inserisce le sue spiegazioni romanzate di ciò che il protagonista trova lungo il cammino.
Per concludere consiglierei la lettura a chi si vuole annoiare e possiede dei soldi da sprecare. Forse per acquistare il libro conviene fare una vera visita a Firenze, per apprendere molte più conoscenze perlomeno verificate.
P.S.
Se la bellezza delle copertine fosse direttamente proporzionale alla qualità dei libri...